03.06.2013 Views

STATO DELLE CONOSCENZE - Autorità di Bacino del fiume Tevere

STATO DELLE CONOSCENZE - Autorità di Bacino del fiume Tevere

STATO DELLE CONOSCENZE - Autorità di Bacino del fiume Tevere

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME TEVERE – UFFICIO PIANI E PROGRAMMI<br />

Il blocco scosceso non mostra sensibili deformazioni e può essere sud<strong>di</strong>viso in più<br />

unità, mostranti costantemente inclinazione verso monte dei rispettivi piani <strong>di</strong><br />

campagna. Quest’ultimo particolare determina frequenti ristagni d’acqua nella zona <strong>di</strong><br />

testata, ai pie<strong>di</strong> <strong>del</strong>la scarpata principale o <strong>di</strong> quelle secondarie, ed inclinazione verso<br />

monte <strong>del</strong>l’eventuale alberatura presente o <strong>di</strong> manufatti.<br />

Le fratture e i crepacci, le cui pareti si mostrano in genere leggermente curve anche<br />

lungo ipotetiche sezioni verticali, mostrano un andamento planimetrico a “ferro <strong>di</strong><br />

cavallo”, sono cioè curvi, concentrici e concavi verso valle, intercalati raramente da<br />

creste <strong>di</strong> compressione (queste ultime si rilevano essenzialmente nell’area basale <strong>del</strong><br />

movimento franoso, che è appunto una zona <strong>di</strong> compressione). Subito a valle <strong>di</strong> tale<br />

zona si ha in genere un’area <strong>di</strong> sollevamento in cui l’alberatura o i manufatti mostrano<br />

inclinazione verso valle. Nel tipo descritto è sempre bene evidente e tipica la zona <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>stacco, rappresentata da una scarpata generalmente ripida, anch’essa concava verso la<br />

zona in movimento. Va aggiunto che molto spesso tali scoscen<strong>di</strong>menti sono seguiti a<br />

valle da colamento dei materiali rimaneggiati.<br />

Scorrimenti traslativi (scivolamenti): il movimento, in genere meno lento dei<br />

precedenti, avviene lungo superfici <strong>di</strong> scorrimento ben definite e preesistenti, più o<br />

meno piane, ed in genere rappresentate da giunti o piani <strong>di</strong> stratificazione e da superfici<br />

<strong>di</strong> contatto tra formazioni <strong>di</strong>verse.<br />

Crolli e/o ribaltamenti: consistono nella caduta o nello spostamento estremamente<br />

rapido <strong>di</strong> materiali sia lapidei che sciolti. Le masse in movimento compiono illoro<br />

percorso <strong>di</strong> caduta in aria o rotolandosi lungo le pen<strong>di</strong>ci, determoinando quin<strong>di</strong><br />

accumuli <strong>di</strong> materiali ai pie<strong>di</strong> <strong>del</strong>le stesse. Nei ribaltamenti il <strong>di</strong>stacco avviene lungo<br />

macro-giunti parietali. Ben evidente è la nicchia <strong>di</strong> <strong>di</strong>stacco.<br />

Frane complesse: frane che risultano dalla combinazione <strong>di</strong> due o più tipologie<br />

principali <strong>di</strong> movimento. Frequenti i casi <strong>di</strong> scorrimento rotazionale-colamento.<br />

Frane non cartografabili: frane isolate <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni ridotte e, quin<strong>di</strong>, non<br />

cartografabili in rapporto alla scala <strong>di</strong> rappresentazione, ma che determinano con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> rischio in rapporto al circostante assetto <strong>del</strong> territorio.<br />

Sempre con riferimento al tema citato, la società VAMS ha elaborato anche un<br />

documento <strong>di</strong> zonazione sismica, partendo dai dati tratti dal Catalogo dei Terremoti <strong>del</strong><br />

Servizio Sismico (coor<strong>di</strong>nate degli epicentri dei singoli eventi sismici registrati e relativi<br />

valori <strong>di</strong> magnitudo) procedendo ad elaborazioni basate sull’applicazione <strong>del</strong>le curve<br />

sperimentali proposte da Keefer (1984).<br />

Dette curve derivano da un’analisi <strong>di</strong> tipo statico che l’autore, con riferimento ad eventi<br />

e situazioni rilevate nel territorio degli Stati Uniti, ha sviluppato considerando la<br />

<strong>di</strong>stanza dall’epicentro dei sismi dei siti in cui si è manifestata la mobilitazione o la<br />

riattivazione <strong>di</strong> frane in funzione <strong>del</strong>la magnitudo dei principali terremoti avvenuti<br />

nell’ultimo secolo. L’applicazione <strong>di</strong> tali curve è risultata sod<strong>di</strong>sfacente anche per il<br />

territorio nazionale (Del Prete et alii, 1992).<br />

Prima elaborazione <strong>del</strong> Progetto <strong>di</strong> Piano <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong> – Allegato A – vol. 1 135

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!