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STATO DELLE CONOSCENZE - Autorità di Bacino del fiume Tevere

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AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME TEVERE – UFFICIO PIANI E PROGRAMMI<br />

a pochi vigneti nella conca <strong>di</strong> Norcia o nella Val Campiano, dove le quote e<br />

l’esposizione permettono la viticoltura; più in basso, sui versanti meglio esposti,<br />

cominciano ad apparirre alcuni appezzamenti destinati ad oliveto, situati generalmente<br />

sulla fascia detritica <strong>di</strong> raccordo tra i rilievi ed il fondovalle. Tale coltura è abbastanza<br />

rappresentata nel Sellanese e si fa sempre più frequente scendendo verso Terni, fino a<br />

<strong>di</strong>ventare quella predominante sul versante sud <strong>di</strong> M.Torre Maggiore, che domina la<br />

conca ternana. Questa è intensamente coltivata soprattutto a seminativi irrigui,<br />

finalizzati alla produzione <strong>di</strong> colture industriali.<br />

Le modeste colline che costituiscono l’ultima parte <strong>del</strong> bacino <strong>del</strong> <strong>fiume</strong> Nera sono<br />

utilizzate soprattutto a seminativi spesso arborati o ad oliveti, mentre i terreni più acclivi<br />

o non adatti alla lavorazione sono lasciati al bosco ceduo <strong>di</strong> latifoglie che, solo in alcune<br />

limitate aree, sfuma nel pascolo naturale.<br />

L’uso <strong>del</strong> suolo nel bacino <strong>del</strong> Paglia-Chiani<br />

Nel bacino <strong>del</strong> Paglia i terreni vulcanici, unitamente al clima, favoriscono, soprattutto<br />

nell’orvietano, la coltivazione <strong>del</strong>la vite, che in questa parte <strong>del</strong> territorio umbro assume<br />

caratteristiche <strong>di</strong> specializzazione. I vini provenienti dalla zona - a denominazione <strong>di</strong><br />

origine controllata - sono destinati al consumo nazionale e, in buona parte, anche<br />

all’esportazione.<br />

Molto <strong>di</strong>ffusi sono anche i boschi, rappresentati da castagneti, rimboschimenti <strong>di</strong><br />

conifere e, soprattutto, cedui destinati alla produzione <strong>di</strong> legna da ardere.<br />

Il bacino <strong>del</strong> Chiani, il cui nome deriva dal corso d’acqua che ha origine nei pressi <strong>del</strong><br />

lago <strong>di</strong> Chiusi, dove uno spartiacque artificiale, realizzato nel secolo scorso, ha deviato<br />

verso sud le acque che tendevano a scorrere nella <strong>di</strong>rezione opposta, è costituito, come<br />

già detto, per la maggior parte da terreni <strong>di</strong> deposito fluvio-lacustre, <strong>di</strong> spiccata<br />

impermeabilità, che conferiscono una marcata variabilità alle portate dei fossi e dei<br />

torrenti che costituiscono il reticolo idrografico. I modesti rilievi che <strong>del</strong>imitano il<br />

bacino sono costituiti in prevalenza da materiale argilloso o <strong>di</strong> composizione <strong>di</strong>versa ma<br />

comunque pochissimo permeabile, su cui l’unica utilizzazione possibile, essendo anche<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile lavorabilità, è quella <strong>del</strong> prato-pascolo, laddove predominano le argille, e <strong>del</strong><br />

seminativo asciutto in quei terreni formatisi al <strong>di</strong> sopra <strong>del</strong>le marne calcaree a forte<br />

componente argillosa.<br />

La fascia dove è più ricca e fiorente l’agricoltura è quella <strong>del</strong> fondovalle, dove<br />

l’eliminazione <strong>del</strong>le acque in eccesso ha portato alla creazione <strong>di</strong> terreni fertili,<br />

abbastanza profon<strong>di</strong>, facilmente lavorabili ed adatti alle colture ad alto red<strong>di</strong>to, ma dove<br />

non è rara l’utilizzazione <strong>del</strong> prato-pascolo, legata alla presenza nel territorio <strong>di</strong><br />

numerosi nuclei <strong>di</strong> allevatori <strong>di</strong> ovini, provenineti soprattutto dalla Sardegna.<br />

Gli inse<strong>di</strong>amenti <strong>del</strong> bacino <strong>del</strong> Paglia-Chiani si trovano per lo più localizzati in<br />

posizione elevata rispetto al fondovalle, sul crinale <strong>del</strong>le colline, su sproni dei rilievi<br />

maggiori o su placche tufacee (nell’orvietano); tali inse<strong>di</strong>amenti hanno dato luogo, in<br />

tempi recenti, a sdoppiamenti (“gemmazioni”) nel fondovalle, in corrispondenza <strong>del</strong>le<br />

Prima elaborazione <strong>del</strong> Progetto <strong>di</strong> Piano <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong> – Allegato A – vol. 1 208

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