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STATO DELLE CONOSCENZE - Autorità di Bacino del fiume Tevere

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AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME TEVERE – UFFICIO PIANI E PROGRAMMI<br />

Le aree relative a queste paleofrane, anche se non mostrano allo stato attuale segni <strong>di</strong><br />

riattivazioni o <strong>di</strong> fenomeni <strong>di</strong> franosità secondaria, sono da ritenere comunque ad alto<br />

rischio, soprattutto perchè ricadenti in zona sismica.<br />

Molto <strong>di</strong>ffusi nei complessi terrigeni, inoltre, sono i fenomeni franosi, che interessano le<br />

coltri detritiche (eluvio-colluviali), che costituiscono la porzione superficiale alterata<br />

<strong>del</strong>le formazioni a forte componente marnosa e argillo-marnosa, come Marnoso-<br />

Arenacea, Bisciaro, Scaglia Cinerea e Schlier.<br />

Si tratta <strong>di</strong> piccoli fenomeni franosi o <strong>di</strong> aree a <strong>di</strong>ssesto generalizzato, rilevabili<br />

attraverso caratteristiche ondulazioni e contropendenze. L’azione antropica su queste<br />

coltri, sia per sovraccarico che per tagli, ha provocato, in alcuni casi, fenomeni franosi<br />

<strong>di</strong> maggiore entità e con evoluzione più rapida.<br />

Tra i fenomeni erosivi, quelli più sviluppati, soprattutto nel complesso argilloso <strong>del</strong>la<br />

Serie Marina <strong>del</strong> Pliocene, sono i calanchi. Ne sono un esempio vaste aree nei bacini<br />

idrografici <strong>del</strong> T. Riotorto e T. Rivarcale, corrispondenti a parte dei terreni comunali <strong>di</strong><br />

Fabro, Ficulle e, subor<strong>di</strong>natamente, <strong>di</strong> Allerona. Interessano talvolta intere aree, nelle<br />

quali non è possibile l’agricoltura in quanto la rapi<strong>di</strong>tà <strong>del</strong>l’erosione ostacola la<br />

formazione <strong>del</strong> suolo.<br />

Nei se<strong>di</strong>menti argillosi e sabbiosi l’erosione può portare a fenomeni <strong>di</strong> massa<br />

superficiale come il soliflusso, che può investire ampi settori dei versanti per profon<strong>di</strong>tà<br />

limitate a un paio <strong>di</strong> metri, entro cui i terreni risentono <strong>del</strong>l’inibizione.<br />

Movimenti più profon<strong>di</strong>, in questi tipi <strong>di</strong> terreni, sono spesso classificabili come<br />

scorrimenti o scorrimenti-colata, con superfici <strong>di</strong> slittamento spesso localizzate al<br />

contatto tra i terreni argillosi e quelli più spiccatamente sabbiosi (frana <strong>di</strong> To<strong>di</strong>).<br />

In questo tipo <strong>di</strong> terreni sono frequenti le aree a <strong>di</strong>ssesto generalizzato, termine in cui si<br />

possono far ricadere sia i fenomeni <strong>di</strong> soliflusso, sia i movimenti che non presentano<br />

nessuna <strong>del</strong>le vistose tracce che, <strong>di</strong> regola, caratterizzano in superficie i fenomeni<br />

franosi, quali cigli <strong>di</strong> <strong>di</strong>stacco, corpo <strong>di</strong> frana, zona <strong>di</strong> accumulo ecc.<br />

Unica manifestazione sul pen<strong>di</strong>o sono alcune ampie e blande ondulazioni con confini<br />

laterali non ben definiti, non sempre facilmente interpretabili.<br />

L’indeterminatezza <strong>di</strong> questi movimenti può essere derivata, nei terreni seminativi, dalla<br />

continua pratica agricola, che oblitera i connotati principali <strong>del</strong> movimento; in alcuni<br />

casi si tratta <strong>di</strong> vere e proprie deformazioni lente <strong>di</strong> versante, che si sviluppano sulla<br />

coltre detritica alterata <strong>del</strong> basamento argillo-sabbioso; in altri casi ancora, questi<br />

movimenti si impostano sui corpi <strong>di</strong> antiche frane o paleofrane, non ben riconoscibili<br />

perchè ormai in parte smantellate dall’erosione, dove i terreni sono dotati <strong>di</strong> resistenze<br />

residue.<br />

In genere questi fenomeni hanno carattere <strong>di</strong> stagionalità e sono in <strong>di</strong>retto rapporto con<br />

le variazioni <strong>di</strong> livello <strong>del</strong>la falda idrica indotte dalle precipitazioni.<br />

Prima elaborazione <strong>del</strong> Progetto <strong>di</strong> Piano <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong> – Allegato A – vol. 1 62

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