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STATO DELLE CONOSCENZE - Autorità di Bacino del fiume Tevere

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AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME TEVERE – UFFICIO PIANI E PROGRAMMI<br />

Man mano però che procede l’interrimento, sempre meno materiale solido si deposita, e<br />

riesce invece ad oltrepassare lo sbarramento <strong>del</strong>la <strong>di</strong>ga, risultando la quota <strong>del</strong> fondo <strong>del</strong><br />

serbatoio sempre più prossima alla quota d’imposta <strong>del</strong>le paratoie <strong>del</strong>la <strong>di</strong>ga stessa.<br />

Le analisi granulometriche sui 15 campioni prelevati sul fondo <strong>del</strong> lago mostrano la<br />

natura limosa-argillosa dei se<strong>di</strong>menti che costituiscono l’interrimento <strong>del</strong> serbatoio.<br />

La funzione <strong>di</strong> arresto <strong>del</strong> materiale solido da parte <strong>del</strong>la <strong>di</strong>ga <strong>di</strong> Alviano ha provocato<br />

un’escavazione <strong>del</strong>l’alveo <strong>del</strong> <strong>fiume</strong> che si è propagata fino a circa 20 km a valle, come<br />

si evince dal confronto dei profili <strong>di</strong> fondo massimo degli anni 1964-1985.<br />

L’erosione <strong>del</strong> fondo <strong>del</strong>l’alveo <strong>del</strong> <strong>fiume</strong>, in questo tratto, non è fermata dai vari<br />

affluenti che qui confluiscono nel <strong>Tevere</strong>, in particolare il T. Rigo e il T. Vezza,<br />

entrambi in sinistra idrografica, che drenano formazioni tufacee quaternarie degli<br />

apparati vulsino e vicano, sovrastanti la formazione <strong>del</strong>le argille azzurre plioceniche.<br />

L’erosione <strong>del</strong>l’alveo a valle <strong>di</strong> Alviano è confermata anche dalla tendenza <strong>del</strong> <strong>fiume</strong> a<br />

rettificare il suo corso nel tratto compreso tra il lago <strong>di</strong> Alviano e Bassano in Teverina.<br />

Il fenomeno erosivo si arresta alla confluenza, in sinistra idrografica, con il T. Rio<br />

Grande, che raccoglie i prodotti <strong>del</strong>l’erosione <strong>di</strong> un bacino formato, prevalentemente, <strong>di</strong><br />

argille e sabbie <strong>di</strong> età Calabriana.<br />

A circa 12 km a valle <strong>del</strong>la <strong>di</strong>ga <strong>di</strong> Alviano ha funzionato, durante l’anno <strong>di</strong> misure<br />

sperimentali, la stazione <strong>di</strong> Attigliano, che prima d’ora aveva funzionato soltanto come<br />

stazione idrometrica.<br />

Questa stazione è risultata essere molto influenzata dai movimenti giornalieri <strong>del</strong>la <strong>di</strong>ga,<br />

cosicchè anche il trasporto solido risulta essere non più un fenomeno naturale, ma un<br />

evento legato esclusivamente alle manovre <strong>del</strong>le paratoie <strong>del</strong>la <strong>di</strong>ga.<br />

Per tale motivo, in questa stazione non ha significato eseguire il calcolo annuo <strong>del</strong><br />

deflusso solido torbido e al fondo. Si può soltanto <strong>di</strong>re che i valori maggiori <strong>del</strong>la<br />

torbi<strong>di</strong>tà si sono registrati durante l’evento <strong>di</strong> piena <strong>del</strong> <strong>di</strong>cembre ‘90, mentre i più alti<br />

valori <strong>del</strong> trasporto al fondo (circa 1.5 kg in un’ora nella trappola) sono legati ai<br />

fenomeni non naturali <strong>di</strong> svaso <strong>del</strong> lago.<br />

Scendendo dalla confluenza, sopra menzionata, <strong>del</strong> Rio Grande, si incontra circa 8 km<br />

più a valle, in sinistra idrografica, la confluenza col F. Nera, che, con i suoi oltre 4.300<br />

km 2 <strong>di</strong> bacino, costituisce un quarto <strong>del</strong>l’intero bacino <strong>del</strong> <strong>Tevere</strong>. Il bacino <strong>del</strong> F. Nera<br />

è impostato prevalentemente su rocce carbonatiche e carbonatiche dolomitiche<br />

mesozoiche e rocce <strong>del</strong>le serie carbonatico-silico-marnosa <strong>di</strong> età cenozoica. Tutto il<br />

bacino è quin<strong>di</strong> caratterizzato da una elevata permeabilità e una scarsa ero<strong>di</strong>bilità.<br />

Il F. Nera raccoglie le acque dei fiumi Salto e Turano, su cui, nella parte sudorientale<br />

<strong>del</strong> bacino, sono stati costruiti intorno agli anni ‘40 due importanti serbatoi artificiali<br />

<strong>del</strong>l’ENEL. Anche il corso <strong>del</strong> F. Nera è stato abbondantemente utilizzato per la<br />

produzione <strong>di</strong> energia elettrica, con costruzione <strong>di</strong> numerose <strong>di</strong>ghe e serbatoi, due <strong>del</strong>le<br />

quali (la <strong>di</strong>ga <strong>di</strong> S. Liberato e la <strong>di</strong>ga <strong>di</strong> Stifone) sul basso corso <strong>del</strong> <strong>fiume</strong>, a pochi<br />

chilometri dalla confluenza con il <strong>Tevere</strong>.<br />

In queste con<strong>di</strong>zioni, gli apporti soli<strong>di</strong> <strong>del</strong> F. Nera nel <strong>Tevere</strong> sono scarsissimi, più<br />

interessante risulta la sua importanza ai fini <strong>del</strong>la portata liquida, essendo il periodo <strong>di</strong><br />

Prima elaborazione <strong>del</strong> Progetto <strong>di</strong> Piano <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong> – Allegato A – vol. 1 415

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