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STATO DELLE CONOSCENZE - Autorità di Bacino del fiume Tevere

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AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME TEVERE – UFFICIO PIANI E PROGRAMMI<br />

alcune <strong>del</strong>le quali sono, ad oggi, state spostate o sono andate <strong>di</strong>strutte. In particolare, i<br />

livelli <strong>del</strong>le piene eccezionali <strong>del</strong> 1495, 1530, 1598, 1606, 1637, 1660, 1686, 1702,<br />

1750, e 1805 erano in<strong>di</strong>cati sulle due clonne erette sul nuovo porto <strong>di</strong> Ripetta, opera<br />

degli architetti Alessandro Specchie Carlo Fontana, inaugurato nel 1704. Per il periodo<br />

precedente all’erezione <strong>di</strong> tali colonne, i livelli erano in<strong>di</strong>cati dai “segni sul muro <strong>del</strong>le<br />

fabbriche opposte”, come in<strong>di</strong>cato nei rilievi <strong>di</strong> Chiesa e Gambarini.<br />

All’epoca <strong>del</strong>la costruzione <strong>del</strong>la Torre Boacciana, costruita a guar<strong>di</strong>a <strong>del</strong>la foce <strong>del</strong><br />

<strong>Tevere</strong> nel 1420, il <strong>fiume</strong>, prima <strong>di</strong> sfociare in mare, descriveva un profondo meandro,<br />

che doveva già essere presente alla fondazione <strong>di</strong> Ostia romana. Sul quel meandro<br />

venne costruita, nel 1486, la rocca <strong>di</strong> Ostia; ma, in seguito alla piena <strong>del</strong> 4 settembre<br />

1557, il <strong>Tevere</strong> rettificò il suo corso, ponendo fine al meandro e allontanandosi dalla<br />

rocca. Non si hanno molti dati su quella piena, tanto che lo Spada, riportando i valori<br />

idrometrici nel suo lavoro <strong>del</strong> 1843, non la cita tra le maggiori piene <strong>del</strong> periodo 1495-<br />

1805. In realtà quella piena fu notevole e la scarsezza <strong>di</strong> testimonianze, secondo il<br />

Carcani (1875), sembra dovuta esclusivamente alla <strong>di</strong>struzione da parte <strong>del</strong> popolo <strong>di</strong><br />

tutte le targhe e lapi<strong>di</strong> che l’allora Papa Pio IV, inviso al popolo stesso, aveva fatto<br />

affiggere, come era in uso in quei tempi, per segnare l’altezza che le acque avevano<br />

raggiunto nelle vie <strong>del</strong>la città.<br />

Già agli inizi <strong>del</strong> Seicento l’idraulico O.Castelli (Della Inondatione <strong>del</strong> <strong>Tevere</strong>, Roma,<br />

1608) nota che il regime <strong>del</strong> <strong>Tevere</strong> è molto irregolare, con piene che si formano alla<br />

minima pioggia e che causano inondazioni e rilasciano forti torbide che, depositandosi,<br />

formano cumuli ce vanno ad ampliare l’alveo <strong>del</strong> <strong>fiume</strong>, sud<strong>di</strong>videndolo in più rami. La<br />

regimazione <strong>del</strong> <strong>fiume</strong>, pensata, a quell’epoca, per rendere l’alveo percorribile al<br />

naviglio <strong>di</strong> trasporto, risultava <strong>di</strong>fficoltosa, a causa <strong>del</strong>la tendenza <strong>del</strong> <strong>fiume</strong> ad interrirsi<br />

abbondantemente.<br />

Le cause <strong>di</strong> questo degrado venivano fatte risalire dal Castelli, così come dal Danesi<br />

(Discorso <strong>del</strong>l’Inondatione che fa il <strong>fiume</strong> <strong>Tevere</strong> nella città <strong>di</strong> Roma, Ferrara, 1670) e<br />

ancora più tar<strong>di</strong> dallo Zanotti (1765), all’estendersi <strong>del</strong>le coltivazioni collinari ed alla<br />

<strong>di</strong>stuzione dei boschi.<br />

Il <strong>fiume</strong>, come notava lo Ximenes, continuava a scorrere instabile nel suo alveo, con un<br />

corso variabile ad ogni piena, con corrosione <strong>del</strong>le ripe, <strong>di</strong>latazione <strong>del</strong> letto e mancanza<br />

<strong>di</strong> fondali.<br />

Nel 1780, con un trattato fra lo Stato Pontificio ed il granducato <strong>di</strong> Toscana, oltre 1000<br />

km 2 <strong>del</strong> bacino <strong>del</strong> <strong>Tevere</strong> furono ceduti al bacino <strong>del</strong> <strong>fiume</strong> Arno, me<strong>di</strong>ante la<br />

costruzione <strong>di</strong> un argine, per convogliare nel <strong>fiume</strong> toscano le acque <strong>del</strong> Chiana.<br />

L’accordo pose fine ad una contesa, in cui entrambe le parti non volevano l’apporto<br />

idrico <strong>del</strong> corso d’acqua in questione, a causa <strong>del</strong> pericolo che costituiva per le piene.<br />

Sistematiche osservazioni idrometriche sul <strong>Tevere</strong> a Roma sono iniziate alla fine <strong>del</strong><br />

XVIII secolo, con il rilievo dei massimi e minimi livelli mensili riferiti al 7° ripiano <strong>del</strong><br />

porto <strong>di</strong> Ripetta, eseguito dal 1782 al 1801. Il primo idrometro fu installato nel porto <strong>di</strong><br />

Ripetta nel 1821dall’ing. Linotte, che iniziò la misura giornaliera dei livelli.<br />

Prima elaborazione <strong>del</strong> Progetto <strong>di</strong> Piano <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong> – Allegato A – vol. 1 356

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