03.06.2013 Views

STATO DELLE CONOSCENZE - Autorità di Bacino del fiume Tevere

STATO DELLE CONOSCENZE - Autorità di Bacino del fiume Tevere

STATO DELLE CONOSCENZE - Autorità di Bacino del fiume Tevere

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME TEVERE – UFFICIO PIANI E PROGRAMMI<br />

(ciglioni), che, infine, per la struttura particellare, l’immagine che caratterizza<br />

l’ambito è quella <strong>del</strong>la massima irregolarità.<br />

• La pianura e la bassa collina – sono gli ambiti che presentano le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> un<br />

ambiente naturale più accogliente e profondamente antropizzato. Le pianure,<br />

anticamente bonificate e sotto la minaccia <strong>di</strong> corsi d’acqua a regime torrentizio,<br />

devono sottostare ai rischi dei geli tar<strong>di</strong>vi e <strong>del</strong>l’inversione termica. Le colline non<br />

sempre hanno pendenze e terreni favorevoli e poco si prestano alle colture intensive,<br />

non<strong>di</strong>meno, per le sistemazioni apportate e per le coltivazioni presenti forniscono<br />

uno degli esempi <strong>del</strong> bel paesaggio <strong>del</strong>l’Italia centrale. I boschi sono quasi<br />

interamente scomparsi, nei campi vi erano ancora viti alberate (almeno fino al<br />

1964). Borghi e villaggi fortificati sorgono sull’alto dei rilievi ai margini <strong>del</strong>le<br />

pianure, mentre le case coloniche sparse <strong>di</strong>mostrano l’alta densità <strong>del</strong>la popolazione<br />

rurale. Col geometrico <strong>di</strong>segno particellare <strong>del</strong>le ppianure <strong>di</strong> drenaggio, contrasta<br />

quello più irregolare <strong>del</strong>le colline, spesso con forme quadrate o grossolanamente<br />

rettangolari.<br />

L’uso <strong>del</strong> suolo nel bacino <strong>del</strong> <strong>fiume</strong> Nera<br />

La natura geologica <strong>del</strong> territorio interessato dal bacino <strong>del</strong> <strong>fiume</strong> Nera con<strong>di</strong>ziona<br />

anche l’utilizzazione <strong>del</strong> suolo; infatti l’esiguo spessore <strong>del</strong> terreno, le avversità<br />

climatiche e l’eccessiva impervietà dei terreni impe<strong>di</strong>scono un’utilizzazione agronomica<br />

<strong>del</strong>le aree montane. Fanno eccezione alcuni seminativi asciutti <strong>di</strong> alta quota su<br />

affioramenti marnosi, scistosi o in zone <strong>di</strong> accumulo <strong>di</strong> terreno situate fra le anticlinali.<br />

La altre aree montane sono utilizzate secondo la vocazione <strong>del</strong> territorio; infatti le<br />

sommità dei monti, generalmente <strong>di</strong> forma arrotondata e ricoperte <strong>di</strong> vegetazione<br />

erbacea, sono destinate al pascolo (solo estivo alle quote più elevate) <strong>di</strong> bovini e<br />

soprattutto <strong>di</strong> ovini; questi ultimi frequentano da lungo tempo anche i piani carsici<br />

montani dove giungono nel periodo estivo, dopo aver passato l’inverno, nella maggior<br />

parte dei casi, sui terreni bonificati <strong>del</strong>la Maremma Laziale.<br />

I versanti dei rilievi, fino a quota 1500-1600m, sono ricoperti per la maggior parte <strong>del</strong><br />

bacino da fitta vegetazione boschiva che, almeno per la fascia superiore, quella cioè che<br />

sfuma nei pascoli sommitali, è rappresentata da rigogliose faggete; a quote inferiori ai<br />

100m predomina il bosco misto <strong>di</strong> latifoglie (Carpino, Orniello, Roverella, Acero, etc.)<br />

condotto generalmente a ceduo ed utilizzato quin<strong>di</strong> soprattutto per la produzione <strong>di</strong><br />

legna da ardere. Non sono rari gli esempi <strong>di</strong> rimboschimenti con resinose che<br />

sostituiscono, laddove troppo degradata o ad<strong>di</strong>rittura mancante, la copertura boschiva<br />

preesistente, oltre a lembi <strong>di</strong> macchia me<strong>di</strong>terranea dove è comune il Leccio, il Pino<br />

d’Aleppo, il Corbezzolo ed altre specie arbustive minori.<br />

A quote inferiori, soprattutto nei fon<strong>di</strong> valle, è <strong>di</strong>ffuso il seminativo che si giova dei<br />

terreni alluvionali <strong>di</strong> me<strong>di</strong>a profon<strong>di</strong>tà che costeggiano i corsi d’acqua e che, talvolta, si<br />

avvantaggiano <strong>del</strong>la presenza <strong>di</strong> affioramenti <strong>di</strong> acque su ampie superfici; l’esempio più<br />

notevole <strong>di</strong> tale fenomeno è rappresentato dalle “marcite” <strong>di</strong> Norcia, dove la costante<br />

imbibizione dei terreni nei pressi <strong>del</strong>la città, favorisce il continuo vegetare dei prati<br />

stabili su cui lo sfalcio può avvenire più volte nel corso <strong>del</strong>l’anno.<br />

Nella prima parte <strong>del</strong> bacino sono scarsamente rappresentate le colture legnose, limitate<br />

Prima elaborazione <strong>del</strong> Progetto <strong>di</strong> Piano <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong> – Allegato A – vol. 1 207

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!