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STATO DELLE CONOSCENZE - Autorità di Bacino del fiume Tevere

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AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME TEVERE – UFFICIO PIANI E PROGRAMMI<br />

che, perio<strong>di</strong>camente, si sono sempre verificate. Per conseguenza, nel corso dei secoli<br />

sono state realizzate varie opere finalizzate non solo allo sfruttamento <strong>del</strong>le risorse che<br />

dal <strong>fiume</strong> era possibile trarre, ma anche e soprattutto alla <strong>di</strong>fesa dal pericolo che il <strong>fiume</strong><br />

stesso costituiva.<br />

L’avanzamento <strong>del</strong>la linea <strong>di</strong> costa, documentato dal VI° sec. a.C. fino ai tempi<br />

moderni, ha aumentato l’area <strong>del</strong> bacino idrografico <strong>del</strong> <strong>Tevere</strong>, ma, soprattutto, ha<br />

portato ad una <strong>di</strong>minuizione nel tempo <strong>del</strong>la pendenza <strong>del</strong> <strong>fiume</strong> nel tratto terminale,<br />

con conseguenze importanti, specialmente per quanto riguarda il fenomeno <strong>del</strong>le<br />

inondazioni nella città <strong>di</strong> Roma.<br />

Infatti, se in origine i primi inse<strong>di</strong>amenti <strong>di</strong> quella che sarebbe <strong>di</strong>ventata l’urbe<br />

capitolina si trovavano tutti in zone sopraelevate, al sicuro dalle piene e dalle pessime<br />

con<strong>di</strong>zioni sanitarie proprie <strong>del</strong>le zone acquitrinose, lo sviluppo <strong>del</strong>la città, alla fine<br />

<strong>del</strong>l’epoca repubblicana e, soprattutto, in epoca imperiale, verso le aree pianeggianti,<br />

rese evidenti i danni provocati dalle esondazioni <strong>del</strong> <strong>Tevere</strong>. Tali tendenze inse<strong>di</strong>ative si<br />

mantennero anche in seguito, durante il periodo me<strong>di</strong>oevale <strong>del</strong>la decadenza, in cui la<br />

popolazione rimase nelle zone basse e pianeggianti, risentendo pesantemente <strong>del</strong><br />

problema costituito dalle inondazioni.<br />

Nel III° sec. a.C. i Romani realizzarono un canale artificiale per convogliare nel <strong>fiume</strong><br />

Nera le acque <strong>del</strong> Velino, tramite la cascata <strong>del</strong>le Marmore. Lo scopo <strong>del</strong> canale (cavo<br />

curiano) era <strong>di</strong> salvaguardare la piana reatina dalle frequenti inondazioni <strong>del</strong> <strong>fiume</strong><br />

Velino. Tale opera fu in seguito ripresa, in epoca rinascimentale, da <strong>di</strong>versi papi, ma il<br />

problema <strong>del</strong>le inondazioni <strong>del</strong>la pianura fu risolto solo in età moderna, con la<br />

costruzione dei serbatoi <strong>del</strong> Turano e <strong>del</strong> Salto (1938-40).<br />

Nel corso dei 400 anni antecedenti all’era cristiana, si registrarono almeno 15<br />

rimarchevoli inondazioni, come riportano gli autori classici. Nei successivi 400 ani, fino<br />

alla caduta <strong>del</strong>l’impero romano d’occidente, se ne contarono almeno altre 15. La<br />

frequenza <strong>del</strong>le inondazioni <strong>di</strong>sastrose <strong>del</strong> <strong>Tevere</strong> a Roma fu, quin<strong>di</strong>, me<strong>di</strong>amente, <strong>di</strong><br />

una ogni 25 anni.<br />

Nel I° sec. d.C. fu aperto il canale <strong>di</strong> Fiumicino (Flumen Micinum), che doveva avere lo<br />

scopo <strong>di</strong> eliminare le inondazioni <strong>di</strong> Roma e permettere la costruzione <strong>del</strong> porto <strong>di</strong><br />

Traiano.<br />

Ancora nell’alto me<strong>di</strong>oevo, nei secoli VI, VII, VIII e IX si ebbero altri 9 episo<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

inondazioni <strong>di</strong> Roma. Le storie non riportano ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> inondazioni nei secoli<br />

successivi, riprendendo con l’evento <strong>del</strong> Gennaio 1180, verificatosi sotto il pontificato<br />

<strong>di</strong> Alessandro III.<br />

A questo evento ne seguirono altri straor<strong>di</strong>nari nel 1230, 1277, 1310, 1345, 1379, 1422,<br />

1476, 1495, 1514, 1530, 1557, 1572, 1589, 1606, 1637, 1647, 1660, 1686. In questo<br />

periodo, la frequenza me<strong>di</strong>a <strong>del</strong>le esondazioni <strong>del</strong> <strong>Tevere</strong> fu <strong>di</strong> una ogni 30 anni, con<br />

intensificazione dei fenomeni durante i perio<strong>di</strong>, probabilmente più piovosi, che si<br />

verificarono a cavallo tra il XVI ed il XVII sec. Antichissimo l’uso <strong>di</strong> registrare i<br />

massimi livelli raggiunti dalle piene eccezionali sulle numerose lapi<strong>di</strong> esistenti a Roma,<br />

Prima elaborazione <strong>del</strong> Progetto <strong>di</strong> Piano <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong> – Allegato A – vol. 1 355

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