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STATO DELLE CONOSCENZE - Autorità di Bacino del fiume Tevere

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AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME TEVERE – UFFICIO PIANI E PROGRAMMI<br />

La presenza <strong>di</strong> numerose <strong>di</strong>scontinuità tettoniche ha favorito la formazione <strong>di</strong> potenti<br />

coltri <strong>di</strong> detrito, dovute anche al <strong>di</strong>sfacimento dei rilievi sotto l’azione <strong>di</strong> numerosi<br />

agenti esterni. Rientrano perciò in quest’ultimo gruppo, oltre alle coltri <strong>di</strong> detrito<br />

colluvio-eluviali, anche i rari depositi morenici presenti all’estremo settore orientale ed<br />

il fenomeno noto come “debris flow”.<br />

In queste zone <strong>di</strong> montagna predominano i fenomeni <strong>di</strong> ruscellamento incanalato, che<br />

comporta spesso erosione lineare al fondo <strong>del</strong>l’alveo stesso, mentre molto rari risultano<br />

i fenomeni <strong>di</strong> denudamento ed erosione areale <strong>di</strong>ffusa.<br />

Per quanto riguarda i movimenti <strong>di</strong> massa veri e propri, questi mostrano, generalmente,<br />

tipologie miste, in cui, ad un iniziale movimento per scorrimento rotazionale, si<br />

sovrappongono fenomeni <strong>di</strong> crollo o colamenti <strong>del</strong>le parti frontali maggiormente<br />

scompagnate e già messe in movimento.<br />

Atre tipologie piuttosto frequenti sono i crolli <strong>di</strong> blocchi e/o settori <strong>di</strong> scarpate rocciose<br />

interessate da intensa fratturazione ed energia elevatissima.<br />

Colline vulcaniche tosco-laziali<br />

Queste colline si estendono in tutta la fascia Occidentale <strong>del</strong> bacino e costituiscono lo<br />

spartiacque con il mare Tirreno.<br />

Da Nord verso Sud si incontrano il complesso <strong>del</strong> Monte Amiata, i complessi Vulsino,<br />

Cimino, Vicano, Sabatino e, separato dal tratto terminale <strong>del</strong>la valle <strong>del</strong> <strong>Tevere</strong>, il<br />

complesso Laziale.<br />

Da un punto <strong>di</strong> vista morfologico, questa lunga catena <strong>di</strong> colline vulcaniche presenta<br />

una serie <strong>di</strong> analogie che la rendono, in pratica, omogenea.<br />

In particolare, esse sono caratterizzate da vaste superfici piane (laddove prevalgono lave<br />

in colata, ignibriti e coltri tufacee), come per i complessi Vicano, Vulsino, Sabatino e<br />

Laziale, mentre le superfici sono molto più ripide ed interrotte dalla presenza <strong>di</strong> forme<br />

accidentate, come ad esempio domi <strong>di</strong> lava, nel complesso Cimino.<br />

Queste vaste superfici tabulari sono interrotte da profonde forre, scavate dai corsi<br />

d’acqua principali in corrispondenza <strong>di</strong> allineamenti <strong>di</strong> preesistenti <strong>di</strong>scontinuità e<br />

fratture.<br />

In queste aree il <strong>di</strong>ssesto geomorfologico è estremamente limitato, e si concentra lungo i<br />

bor<strong>di</strong> <strong>del</strong>la copertura vulcanica, lungo i quali procede lo scalzamento alla base, dovuto<br />

alla presenza dei se<strong>di</strong>menti sciolti post-orogenici sottostanti.<br />

In questi ultimi, infatti, a causa <strong>del</strong>l’erosione superficiale, sia per semplice asportazione<br />

<strong>di</strong> particelle durante le precipitazioni, sia per movimenti <strong>di</strong> massa più o meno localizzati<br />

e superficiali (colamenti, scorrimenti, rotazionali), si osserva un arretramento dei<br />

versanti, che non si arresta nemmeno al <strong>di</strong> sotto <strong>del</strong>la copertura vulcanica.<br />

Prima elaborazione <strong>del</strong> Progetto <strong>di</strong> Piano <strong>di</strong> <strong>Bacino</strong> – Allegato A – vol. 1 65

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