e - Camera dei Deputati

tutto attraverso Tesplicitazione delle interazioni implicite fra norme e
dei loro effetti.
Per tali aspetti, il testo unico è, probabilmente, un utilissimo stru­
mento di « bonifica » (^) di interi settori dell'ordinamento, ma solo a
condizione che si chiariscano alcuni punti controversi, la mancata riso­
luzione dei quali comporta il rischio di condizionare pesantemente la
funzionalità dello strumento fino al punto di renderlo, in taluni casi
limite, un elemento ulteriore di confusione ed incertezza, con risultati
del tutto opposti rispetto a quella chiarezza che pur si sarebbe inteso
determinare.
I - PROBLEMATICHE GENERALI DEI TESTI UNICI
a) Tipologia ed aspetti definitori
La rilevazione di talune categorie tipiche, così come esse appaiono
nell'ordinamento vigente è, forse, il modo più corretto di accostarsi
alla complessa tematica dei testi unici, perché, fondandosi su una
rilevazione dell'esistente e non già su una impostazione teorica prefi­
gurata o sottintesa, lascia gli spazi più ampi all'indagine successiva e,
più in particolare, consente di riconsiderare (ove necessario) sia l'auto­
nomia logico-giuridica dei tipi individuati, sia il loro complessivo grado
di esaustività delle ipotesi teoricamente possibili.
Nel vigente ordinamento, dunque, è dato rilevare:
a) testi unici compilati ed emanati al di là di ogni previsione le­
gislativa « abilitante » (^), che possono indicarsi col termine « sponta­
nei » (^);
b) testi unici emanati in base ad una disposizione legislativa che,
con formulazione lessicale variabile (^), « autorizza » il Governo ad « or­
dinare » o « raccogliere » tutte le norme vigenti in una determinata ma­
teria, apportandovi quegli « aggiustamenti » o « modifiche », che risul­
tassero necessari ai fini del coordinamento. Tali atti possono, provviso­
riamente, indicarsi col termine « autorizzati » (^);
e) testi unici emanati in base ad una norma di legge che contiene
una formale ed esplicita delega legislativa, che possono indicarsi col
termine « delegati ».
Come si vede, le categorie b) e e) condividono il requisito della
esistenza di una norma « abilitante », che manca, invece, alla categoria a)
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