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e - Camera dei Deputati

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Alcuni giungono a questa conclusione dopo aver classificato l'auto-<br />

rizzazione a procedere in giudizio come « condizione di promovibilità »<br />

dell'azione penale; ma si è detto che tale classificazione non può essere<br />

accolta, dovendosi considerare l'azione penale già iniziata nel momento<br />

in cui sorge l'obbligo di richiedere l'autorizzazione medesima. Altri pre­<br />

cludono qualsiasi valutazione — posteriore alla richiesta di autorizza­<br />

zione — degli elementi probatori e quindi qualsiasi attività processuale,<br />

neppure se rivolta al proscioglimento dell'imputato (^).<br />

Se tuttavia si accoglie la nozione di autorizzazione a procedere come<br />

« condizione di proseguibilità » dell'azione penale, il problema diviene<br />

più complesso per la presenza di principi costituzionali e processuali,<br />

espressione di grandezze tra loro incommensurabili.<br />

Da un lato infatti, si pone il principio contenuto nell'articolo 24 della<br />

Costituzione: « La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado<br />

del procedimento », che si esprime — per quel che qui interessa —<br />

nel disposto dell'articolo 152 e.p.p.: « In ogni stato e grado del proce­<br />

dimento il giudice il quale riconosce (la sussistenza delle cause di<br />

non punibilità in questione) ... deve dichiararlo d'ufficio con sentenza ».<br />

Su tale fronte milita anche il principio generale del cosiddetto favor<br />

rei, specificato come favor innocentiae (^^).<br />

Dall'altro lato, si pone invece il complesso delle prerogative parla­<br />

mentari, intese come garanzia di indipendenza ed autonomia delle<br />

Camere verso tutti gli organi e poteri dello Stato: prerogative che non<br />

costituiscono dunque una benevola concessione, revocabile in presenza<br />

di determinate circostanze, bensì una difesa assegnata all'ente o al corpo<br />

in ragione della funzione che esso è chiamato a compiere (^).<br />

Orbene, considerando l'autorizzazione a procedere in giudizio una<br />

« condizione di proseguibilità » delFazione penale, che pertanto deve<br />

essere richiesta quando siano stati raccolti sufficienti indizi di colpe­<br />

volezza, le ipotesi di un successivo ricorso al proscioglimento nel merito<br />

risultano molto circoscritte. Comunque, poiché la costruzione della<br />

natura giuridica qui accolta non preclude « a priori » una successiva<br />

valutazione della rilevanza e della fondatezza dell'imputazione — anche<br />

in ordine a nuovi elementi raccolti —, è necessario concludere che,<br />

qualora dagli atti in causa si possa con certezza escludere la colpevo­<br />

lezza dell'inquisito, il giudice debba prosciogliere, applicando l'articolo<br />

152 c.p.p.<br />

Ciò corrisponde non soltanto ad un diritto costituzionalmente pro­<br />

tetto dell'imputato — quale è il parlamentare nei cui confronti sia stata<br />

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