e - Camera dei Deputati

Amministrazione Pubblica (sez. II), al quale nella prassi odierna (che
poi era anche quella esclusiva sul piano costituzionale, fino alla soglia
delle Carte ottocentesche) e nella comune accezione (che al Governo,
pur attraverso le sue crisi costituzionalmente tutte « registrate »,
non disconosce uno storico retaggio di suoi poteri normativi in
ambito amministrativo) si è intesa riferire la disciplina « abilitativa »
di cui anche al II comma dell'articolo 76 ed al quale, dunque,
non si comprende qui perché non possa essere riferita anche la
disciplina del comma precedente. Oltretutto si consideri che non
di « conversione » alcuna più qui si necessita, bensì semplicemente
di una prima « applicazione », vale a dire — come già constatato
nella tesi allegata — di una « specificazione » (ed oltre tutto di una
prima specificazione: potendone seguire altre attraverso regolamenti,
circolari, leggi regionali, ordinanze di quelle giunte o degli enti locali
.: tutti atti aventi, nell'accezione già considerata e fino a quando
non decadano a mero « provvedimento » perdendo ogni valenza nor­
mativa, « forza di legge »), di una « specificazione » — si è detto —
di norme di principio contenute in una legge vera e propria, come
tale già approvata promulgata e pubblicata e sulla quale dunque il
Governo, inteso come soggetto politico (titolare di uno specifico
indirizzo nella sua partecipazione alla produzione di leggi del Parla­
mento) ha già espletato a suo tempo tutte le funzioni proprie (dunque,
legislativamente functus est munere suo...).
Anche per i decreti-legge il Governo partecipa della funzione legi­
slativa ma — si badi — non quanto alla emanazione delle norme
decretali bensì, piuttosto, quanto alla successiva partecipazione al
procedimento di valutazione parlamentare per l'eventuale conver­
sione : partecipazione legittimata nella prassi costituzionale, come
già si è detto, anche per l'ipotesi in cui esso si trovi dimissionario
di fronte al Parlamento (perfino se disciolto: in applicazione del
principio cosiddetto della prorogatio) e coerente con la legittimazione
costituzionale a deliberare Quale vertice dell'^Amministrazione Pub-
blica e massima responsabilità amministrativa a livello nazionale
(sez. II del menzionato tit. Ili della Carta), e quindi anche nella
condizione di « crisi » politica anzidetta (condizione per la quale il
Governo come soggetto politico di fronte al Parlamento non esiste,
ai sensi della predetta sez. I).
A fortiori ne discende che l'esercizio della delega rimane una
funzione amministrativa e cioè propria del Governo come sopra iden-
261