e - Camera dei Deputati

contrario al principio di legalità che informa gli atti della Pubblica
Amministrazione) ;
b) oltre all'eventuale controllo costituzionale-giudiziale sui decreti
delegati — in parallelo a quello giudiziale-amministrativo (inteso
all'annullamento) sulle norme secondarie (sempre disapplicabili, oltre­
tutto, dal giudice ordinario quando le ritenga illegittime) — la fun­
zione in esame risulta oggetto di valutazione e di controllo sia da
parte del Capo dello Stato in sede di emanazione del decreto sia, nel
caso di palese incongruenza (di immediato rilievo politico) con i
princìpi fissati nella legge di delega o nello stesso ordinamento
costituzionale (incongruenza grave, eppure sfuggita al controllo presi­
denziale anzidetto), da parte dello stesso Parlamento per il quale
allora, di fronte a tanto pericolo, si prospetterebbe anche se disciolto
la possibilità (in forza della sua prorogatio) di ricorrere agli stru­
menti del sindacato ispettivo idonei nella circostanza e perfino alla
attivazione della responsabilità ministeriale attraverso l'apposito giu­
dizio penale-costituzionale: in specie quando il suo ordine del giorno
venisse deliberato all'unanimità da tutti i gruppi parlamentari (come
di recente si intendeva proporre perfino per la discussione di un
disegno di legge, in mancanza dei requisiti che legittimano in materia di
referendum abrogativi — a giudizio del Governo — l'emanazione
di un decreto; e come si è fatto di recente, in considerazione del
rilievo costituzionale dell'indirizzo della politica estera del paese a
fronte di urgenti scadenze internazionali, in sede di commissione,
nei due rami del Parlamento: rimanendo esclusa la possibilità però
di porre in votazione una qualunque « risoluzione », d'altronde non
all'ordine del giorno e difficilmente proponibile).
A mali estremi, infatti, è lecito opporre estremi rimedi.
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