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e - Camera dei Deputati

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vento — quantitativi oltre che temporali — <strong>dei</strong> deputati dissenzienti<br />

dalle posizioni del gruppo di appartenenza) sia, infine, l'utilizzazione<br />

anche in via ordinaria di alcune facoltà di inter\^ento estremamente<br />

incisive in materia di emendamenti già previste dall'attuale testo del­<br />

l'art. 85.<br />

Da questo nuovo quadro emerge la figura di un Presidente assimi­<br />

labile per molti versi a quella dello Speaker britannico, titolare appunto<br />

di amplissimi poteri in quanto organo per definizione super partes;<br />

ne deriva perciò la necessità di formalizzare adeguatamente nel Regola­<br />

mento l'evoluzione del ruolo presidenziale maturata negli anni (^) attra­<br />

verso una modifica anche delle disposizioni concernenti l'elezione pre­<br />

sidenziale con particolare riguardo alle maggioranze richieste.<br />

Il sistema attuale, infatti, sia per la <strong>Camera</strong> che per il Senato non<br />

garantisce che il Presidente eletto sia espressione di tutta l'Assemblea<br />

e non solo di una sua parte, per cospicua che sia.<br />

L'art. 4 del Regolamento del Senato richiede la maggioranza qua­<br />

lificata (maggioranza assoluta <strong>dei</strong> voti <strong>dei</strong> componenti del Senato) solo<br />

ai primi due scrutini, passa fin dal terzo alla maggioranza assoluta <strong>dei</strong><br />

voti <strong>dei</strong> presenti, computando tra i voti anche le schede bianche, con<br />

la conseguente possibilità, per il gioco combinato delle assenze e delle<br />

schede bianche, di un'elezione con un numero di voti anche abbastanza<br />

esiguo, e giunge, infine, nel quarto e decisivo scrutinio al ballottaggio,<br />

privilegiando così in maniera fin eccessiva le pur sussistenti esigenze<br />

di celerità nella copertura di una carica così rilevante a scapito di<br />

quelle di rappresentatività dell'eletto.<br />

L'art. 4 del Regolamento della <strong>Camera</strong>, pur in apparenza più severo<br />

sia per il più elevato quorum richiesto sia per la mancata previsione<br />

del ballottaggio, non si discosta tuttavia sostanzialmente dalla linea<br />

seguita dall'altro ramo del Parlamento: dopo una prima votazione a<br />

maggioranza <strong>dei</strong> due terzi <strong>dei</strong> componenti si passa subito alla maggio­<br />

ranza <strong>dei</strong> due terzi <strong>dei</strong> voti, computando anche le schede bianche, indi,<br />

dopo due soli scrutini con tale quorum alla maggioranza assoluta sem­<br />

pre <strong>dei</strong> voti, ipotesi che non garantiscono — e tanto meno l'ultima —<br />

che il Presidente sia reale espressione della stragrande maggioranza<br />

della <strong>Camera</strong> ma che, al contrario, rendono realistica la possibilità, sino<br />

ad ora fortunatamente non vericatasi, di uno scontro maggioranza-<br />

opposizione che risulterebbe deleterio sia per l'immagine ed il ruolo<br />

del Presidente che per i rapporti tra le forze politiche. Ora siccome<br />

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