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e - Camera dei Deputati

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che sia capace di simulare modalità umane nel risolvere problemi,<br />

che apprenda dai propri errori e dall'esperienza e su questa elabori<br />

propri programmi, che identifichi e risolva le ambiguità <strong>dei</strong> linguaggi<br />

« naturali » (la lingua che parliamo ogni giorno è piena di ridondan­<br />

ze, di contesti significativi che vanno al di là <strong>dei</strong> valori di vocabo­<br />

lario delle parole, e così via). Una realtà dotata di discernimento<br />

« qualitativo » del mondo e della capacità di « creazione intellet­<br />

tuale ». In pratica è il vecchio sogno umano di costruire il proprio<br />

« doppio »: lo schiavo intelligente.<br />

Probabilmente l'obiettivo di costruire la mente umana è impossi­<br />

bile da raggiungere, ma i prodotti di questo sforzo hanno una<br />

« ricaduta » di straordinaria importanza e utilità sulle moderne tecno­<br />

logie. In effetti, l'impressione dominante è che se almeno per ora<br />

l'opera di « ricostruzione » del cervello è lontana dalle possibilità<br />

umane, certamente i risultati positivi della ricerca sulla « intelligen­<br />

za artificiale » già si profilano. Si va verso elaboratori complessi di<br />

patrimoni conoscitivi dotati di capacità di ragionamento, di cui gli<br />

attuali sistemi esperti sono solo il primo esempio. E inoltre, da un<br />

punto di vista più generale, si va verso una « teoria della conoscenza<br />

che dovrebbe rendere meno episodici e dare un solido fondamento<br />

ai procedimenti di « ingegneria della conoscenza » già oggi posti in<br />

pratica. Occorre proseguire analizzando l'evoluzione <strong>dei</strong> sistemi vi­<br />

venti, i sistemi più complessi e « intelligenti » che la natura offra.<br />

Nel concreto la strada che in questo periodo hanno intrapreso i<br />

ricercatori e che sembra più promettente è quella delle « macchine<br />

connettive»: centinaia di piccoli calcolatori interconnessi tra loro, che<br />

funzionano come un unico supercalcolatore procedendo quindi non<br />

più in modo sequenziale (quando cioè le informazioni sono processate<br />

una dopo l'altra), ma come nel nostro cervello in simultanea, lavo­<br />

rando parallelamente e su informazioni diverse e connettendo i ri­<br />

sultati. È la strada progettata anche a livello europeo: un progetto<br />

per il Basic research in adaptive intelligence and neuro computing, a<br />

cui lavoreranno psicologi, neurologi, informatici, fisici. Si tratta di<br />

realizzare una « protesi dell'intelligenza »; insomma, la « intelligen­<br />

za artificiale » sarà qualcosa che consentirà di meccanizzare alcune<br />

funzioni dell'intelletto, lasciando libero l'uomo di concentrarsi su ciò<br />

che gli è specifico: la creatività, l'intuizione, la capacità di elaborare<br />

nuovi modelli.<br />

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