e - Camera dei Deputati

L'adozione di tale metodo era, probabilmente, suggerita sia dalle
perplessità e cautele che la dottrina continuava a manifestare (anche
dopo l'entrata in vigore della legge 100 del 1926) attorno alla figura
della delegazione legislativa, reputata « eccezionale » in un ordinamento
fondato sul principio della separazione dei poteri (^'^), sia dal persi­
stere nella legislazione di formule abilitanti riferite all'autorizzazione,
quantunque l'incongruità del ricorso a tale figura fosse perfettamente
presente anche agli autori del tempo (^^).
Tale impostazione complessiva, benché originata come s'è visto, da
sostanziali incertezze interpretative, che sottintendono una diffidenza
diffusa verso la fi2:ura della delega e verso l'utilizzazione di dati for-
mali ad essa riferiti, è lungamente sopravvissuta in dottrina (^^) e sembra
essere condivisa dalla giurisprudenza della Corte costituzionale (^).
Deve però aggiungersi che risulta oggi prevalente un altro filone
dottrinale, formatosi sulla falsariga dell'affermazione di Esposito (^^
sulla qualificazione « naturalmente legislativa » del testo unico, che «non
costituisce mai una pura e semplice riunione di testi vigenti ma im­
porta sempre la sostituzione di una nuova legge alle leggi preesistenti ».
Lo svolgimento di questo principio, che può, in effetti, comportare
l'abbandono della dicotomia tradizionale fra « legislativo », e « compila­
tivo » ed è comune alla maggior parte degli scritti più recenti (^), non
segna in realtà il completo superamento dell'impostazione tradizionale,
perché non giunge (almeno esplicitamente) alla definizione di alcun
criterio formale di qualificazione, in mancanza del quale non si esce dal
sistema dell'indagine caso per caso, che, per tornare alla tipologia da
noi proposta, determini, di volta in volta, l'assimilazione degli atti
della categoria b) a quelli di una delle altre due.
«
In realtà, non si tratta tanto di superare o non superare classiche
dicotomie » (che esisteranno fino a quando ci saranno atti denominati
testi unici e certamente privi della forza di legge), quanto di verificare
se è proponibile la distinzione fra « abilitato » e « non abilitato » e se
essa può correre lungo un confine certo presidiato da un criterio gene­
rale di qualificazione.
b) 1 testi unici spontanei
Prescindendo, evidentemente, dalle raccolte private di leggi, che
chiunque può compilare, rientrano sotto questa denominazione i testi
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