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e - Camera dei Deputati

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dialoga già con i ricercatori, ed ora si sta cercando di risolvere i<br />

problemi e le difficoltà derivanti dal timbro vocale che, come è noto,<br />

varia da persona a persona.<br />

In Germania, e per essere più precisi a Bonn, gli ottimisti parlano<br />

di altri cinque anni di esperimenti, ma probabilmente saranno molti<br />

di più prima che una « voce sintetica » sia ben comprensibile e<br />

paragonabile a quella umana. Infatti, oltre ad accostare fra di loro<br />

centinaia di fonemi in modo da formare un preciso significato, la<br />

« voce sintetica » dovrà rispettare ritmi e tempi del linguaggio par­<br />

lato. Quindi, gli accenti, i toni, le intonazioni, le quantità di inter­<br />

valli e, naturalmente, l'interpunzione.<br />

Tuttavia la culla del computer a riconoscimento vocale è comu­<br />

nemente ritenuta Waltham, vicino Boston. Là ha il suo quartier ge­<br />

nerale la « Kurzweil applied intelligence », la ditta-istituto di ricerca che<br />

ha già dato alla luce la macchina che legge, cioè che scorre ad alta<br />

voce un libro, un articolo o una lettera.<br />

Il computer che capisce il linguaggio è stato battezzato da Kurz-<br />

weil, voicewriter o talkwriter, ossia scrittrice a voce o a linguaggio,<br />

in contrapposizione a typewriter, la normale macchina da scrivere.<br />

Un'altra ditta, la « Speech system ine. », sta per lanciare sul mercato<br />

un computer con un vocabolario di cinquemila parole. Mentre TIBM<br />

sta sviluppando un sistema chiamato « Tagora » (Albert Tagora è il<br />

detentore del record di dattilografia, con 147 parole al minuto, per<br />

un'ora di fila). Anche «Tagora» vanta un dizionario di cinquemila<br />

parole, ma TIBM non è ancora pronta a metterlo in vendita.<br />

Sistemi ancora più avanzati, infine, sono in preparazione al MIT<br />

e alla Carnegie Mellon University di Pittsburgh.<br />

In Giappone, la NEC, la « Matsushite electric industriel corpora­<br />

tion » e la « Toshiba corporation », si stanno adoperando per sostituire<br />

la tradizionale macchina da scrivere nipponica (3200 caratteri) con una<br />

voicewriter e una talkwriter. A questo riguardo è opportuno ricor­<br />

dare che nella lingua giapponese basta il riconoscimento di poche<br />

centinaia di sillabe per individuare migliaia di parole, mentre nella<br />

lingua inglese la pronuncia è assai più varia e sfumata.<br />

5 - Considerazioni conclusive<br />

di un lavoro di cui oer ora nes­<br />

suno è in grado di prevedere gli esiti; tuttavia, è necessario seguirne<br />

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