e - Camera dei Deputati

dell'articolo unico di esecuzione, con il testo dell'intesa allegato:
formula che, come si è visto, non contraddistingue soltanto gli accordi
di diritto internazionale) venne scartata a priori. È da precisare che
il precedente delle cosiddette «piccole intese» degli anni '60 e '70,
con cui erano state applicate ai ministri di culto delle confessioni
diverse da quella cattolica norme in materia assicurativa e previdenziale,
non era utilizzabile; esse si erano espresse nel consenso di talune
confessioni alle disposizioni che le riguardavano nell'ambito di disegni
di legge più generali e non avevano quindi posto problemi legislativi
e procedurali paragonabili a quelli presentati dall'intesa con la Tavola
valdese.
Il conflitto tra obiettivo costituzionale e carenza di strumenti
procedurali veniva avvertito dal Governo, che nella relazione al
disegno di legge concludeva con un richiamo all'opportunità di non
modificare il testo: « Il Governo, nel presentare il disegno di legge,
sottolinea l'importanza che, al di là dei necessari adattamenti formali
al testo dell'intesa raggiunta, adattamenti ai quali si è già cercato di
provvedere, la deliberazione del Parlamento sia conforme a quanto
stipulato e coerente in tal modo allo spirito dell'articolo 8 della
Costituzione ».
Nel dibattito in I Commissione, tale conflitto produsse non pochi
dubbi, ma la maggioranza della Commissione mostrò di accogliere
l'opinione sostenuta dal relatore Galloni e che è esposta nella relazione
(doc. n. 1356-A): « La Costituzione, all'articolo 8, parla di una
legge che disciplina la materia dei rapporti con le confessioni religiose
'sulla base di intese con le loro rappresentanze'. Ciò significa che
ove il Governo presentasse il testo dell'intesa per una ratifica si
applicherebbero per analogia i princìpi della ratifica dei trattati
internazionali. Il Parlamento potrebbe approvare o respingere l'intesa;
non la potrebbe emendare. Il Governo ha presentato invece un
disegno di legge articolato che recepisce l'intesa. Non si può parlare
in assoluto di una inemendabilità del disegno di legge, ma si deve
ritenere che vi siano da parte dei Parlamento dei limiti invalicabili
alla emendabilità del disegno di legge del Governo. Il Parlamento,
infatti, potrebbe in linea di ipotesi emendare quelle parti del disegno
di legge che non rispecchino fedelmente l'intesa o ne costituiscono
una interpretazione opinabile, oppure potrebbe introdurre emendamenti
integrativi o aggiuntivi ove ritenesse il testo del disegno di legge
lacunoso rispetto ad alcuni punti dell'intesa».
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