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e - Camera dei Deputati

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nomia riservata alla o alle forze politiche componenti la maggioranza<br />

di governo. Che questo modello non abbia poi funzionato — o ben<br />

funzionato — è discorso diverso, ma che la possibilità di una program­<br />

mazione di maggioranza vi fosse, anzi fosse sottesa dalla normativa<br />

abrogata nel 1971 è indubbio: ben poteva una maggioranza compatta<br />

concordare un programma legislativo anche assai articolato e complesso<br />

e condurlo in porto in Parlamento, con scadenze ben precise, sfruttando<br />

in maniera coordinata i meccanismi della formazione dell'ordine del<br />

giorno dell'Assemblea e delle commissioni, rimessi entrambi in ultima<br />

istanza al suo arbitrio. Non dunque di « giorno per giorno » bisogna<br />

parlare per quell'epoca ma, più correttamente, di programmazione occul­<br />

ta di maggioranza.<br />

L'evoluzione delle modalità di organizzazione <strong>dei</strong> lavori parlamentari<br />

per via di prassi prima, formalmente poi a partire dall'introduzione<br />

dell'art. 13-bis, si può comprendere a fondo solo nella prospettiva di<br />

una reazione condotta sempre più vigorosamente e vittoriosamente dalle<br />

forze di opposizione — anche aiutate in ciò dal progressivo determi­<br />

narsi di una situazione elettorale e parlamentare più fluida, con fre­<br />

quenti ricambi di forze al Governo — contro questo tipo di program­<br />

mazione, per affermare prima di tutto la necessità di una formalizzazione<br />

e di una adeguata pubblicità delle procedure, in secondo luogo una<br />

partecipazione sempre più incisiva di tutti i gruppi alla formazione<br />

dell'ordine <strong>dei</strong> lavori.<br />

Queste, infatti, le basi della nuova normativa introdotta nel 1971<br />

che, pur presentata dagli stessi relatori come traduzione di una prassi<br />

già da qualche tempo affermatasi, riveste un carattere indubbiamente<br />

eversivo (anche per il solo fatto della sua formalizzazione) rispetto<br />

all'assetto normativo ed istituzionale previgente. All'idea-forza della<br />

signoria della maggioranza, attraverso l'informalità, su ogni aspetto del­<br />

l'organizzazione si sostituisce quella di una programmazione <strong>dei</strong> lavori<br />

concordata tra tutti i gruppi mediante procedure formali e pubbliche,<br />

riservandosi alla maggioranza pressoché esclusivamente la decisione nel<br />

merito <strong>dei</strong> provvedimenti, idea di per sé validissima, ma che nella sua<br />

pratica attuazione ha scontato da un lato la mancanza di omogeneità<br />

istituzionale, e cioè di un sufficiente grado di accettazione del sistema<br />

in alcune forze politiche, dall'altro una strumentazione tecnica inade­<br />

guata, particolarmente per la secchezza dell'alternativa in essa con­<br />

tenuta — o unanimità o ritorno al sistema dell'ordine del giorno<br />

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