e - Camera dei Deputati

elativa alla fonte del rapporto e «novazione» relativa al rapporto stesso; nel
nostro caso, pertanto, sarebbe piii corretto parlare di « rinnovazione ».
C^^) Si vedano in proposito le perplessità sottolineate dallo stesso CAPOTOSTI (loc.
ult. cit, ivi), che riporta l'opinione di GIANNINI (« Problemi relativi all'abroga­
zione delle leggi », in Annali dell'Università di Perugia, 1942, pag. 23) secondo
cui le due forme di abrogazione tacita previste dall'art. 15 delle preleggi sarebbero
« forme meramente paradigmatiche, cioè forme logiche estreme, di cui colui che
applica il diritto si serve come strumenti tecnici, separabili per comodità di pratico
ragionamento».
Sulla difficoltà della definizione di « intera materia », si veda anche QUADRI, « Applicazione
della legge in generale », in Commentario al Codice civile, a cura di Scialoia
e Branca, Disposizioni sulla legge in generale, Artt. 10/15, Roma-Bologna 1974,
pagg. 342 e ss.
C^^) Si veda: MAGAZZÙ, « Novazione (dir. civ.) », in Enc, Dir., XXVIII, Milano
1978, pag. 779 e ss.
(^2) Cfr. CARLASSARRE CAIANI, « Sulla natura giuridica... », cit., pag. 93 e nota 23.
("^^) Cfr. SORRENTINO, « L'abrogazione nel quadro dell'unità dell'ordinamento
giuridico», in Riv. trim. dir. pubb., 1972, 1, pag. 11.
(^^) Cfr. MARTINO, «La progettazione legislativa...», cit., pag. 7 e 8; Di CICLO,
« Progettazione legislativa... », cit., pag. 68; CAMPAGNA, « Redazione... », cit., pag. 8
dell'estratto.
Q^) Esempio: lo schema di testo unico delle disposizioni sui patti agrari non
abroga espressamente la legge 320 del 1963 « Disciplina delle controversie innanzi
alle sezioni specializzate agrarie ». Delle disposizioni ivi contenute, talune sono
recepite dal testo unico (letteralmente o con gli opportuni adattamenti), altre,
di natura transitoria, hanno cessato di essere efficaci. Tuttavia, l'art. 7, che prevede
un tentativo dì conciliazione obbligatorio in prima udienza giudiziaria, non risulta
né recepito, né espressamente abrogato.
Il testo unico prevede però, all'art. 132, un tentativo di conciliazione parimenti
obbligatorio (anzi presupposto deU'esperibilità dell'azione giudiziaria) in sede ammi­
nistrativa, davanti al Capo dell'Ispettorato dell'agricoltura.
Relativamente al tentativo di conciliazione giudiziaria, l'interprete potrebbe
essere indotto a ritenere l'esplicita volontà del legislatore di conservarlo, dal
momento che la relativa disposizione non è ricompresa fra quelle espressamente
abrogate. Ed anche ove lo ritenesse incompatibile con la successiva disciplina
(nel nostro caso il tentativo di conciliazione in sede amministrativa), la predetta
volontà del legislatore potrebbe usarsi come argomento interpretativo opposto al
ricorso al criterio dell'abrogazione implicita per incompatibilità.
La funzione della clausola predetta non è, però, estensibile ad ipotesi ài leggi
diverse da im testo unico di coordinamento: in esse, infatti, la volontà abrogatrice
del legislatore non è condizionata al diritto-dovere di abrogare tutte e soltanto
le norme incompatibili, sicché Teventuale ricorso ad abrogazioni espresse non è
indice di esaustività di tutti i casi di disposizioni incompatibili con la nuova
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