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e - Camera dei Deputati

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anza (di governo o momentanea) la possibilità di decidere diversa­<br />

mente nel corso dell'esame in Assemblea ricorrendo o a strumenti<br />

procedurali (rinvio della discussione, rinvio in commissione, pregiu­<br />

diziale, sospensiva, ordine del giorno di non passaggio agli articoli) o<br />

al voto contrario nel merito. E' molto importante sul piano generale<br />

che questa garanzia sia resa effettiva (^) anche al fine di rendere per<br />

le forze stesse di opposizione opportuno e politicamente pagante il ri­<br />

spetto delle previsioni, o meglio delle decisioni, di programmazione.<br />

b) Condizioni esterne alla procedura di programmazione:<br />

1) introdurre all'interno del meccanismo delle sessioni (quelle « men­<br />

sili » per intenderci!) una forma di organizzazione della settimana par­<br />

lamentare (da tempo la Giunta per il regolamento del resto vi sta<br />

lavorando) che garantisca alle commissioni, cui nel programma sono<br />

fissate precise scadenze, spazi temporali idonei a consentirne il rispetto<br />

e a permettere altresì una programmazione autonoma per le materie<br />

di specifica competenza non ricomprese nel programma generale. Que­<br />

sto anche al fine di evitare, in linea di massima, la contemporaneità<br />

<strong>dei</strong> lavori con l'Assemblea con le conseguenti ripetute sospensioni o<br />

sconvocazioni, sistema che tanto ha contribuito e ancora contribuisce<br />

fomentare<br />

frustrazione <strong>dei</strong> singoli deputati e a causare una frammentarietà del<br />

lavoro legislativo che indubbiamente influisce sulla cattiva qualità del<br />

prodotto finale, la legge;<br />

2) strutturare il procedimento legislativo in modo che la durata<br />

delle fasi in commissione ed in Assemblea sia non solo grosso modo<br />

prevedibile, così come è dopo la riforma del 1981, ma anche in una<br />

certa misura predeterminabile, pur lasciando alla normativa un mar­<br />

gine di elasticità tale da consentire alle singole forze politiche di<br />

calibrare il loro impegno sulla importanza che attribuiscono ad un<br />

determinato argomento e di marcare anche il loro più o meno accen­<br />

tuato dissenso. Dell'esistenza del problema era ben conscia la Giunta<br />

per il regolamento nel momento di varare le novelle del 1981, tanto<br />

che lo stesso relatore per l'Assemblea sulle proposte di modifica degli<br />

articoli 23 e 24, on. Silvano Labriola, dopo aver riassunto nella rela­<br />

zione scritta lo stato della questione, rimasta aperta sostanzialmente<br />

in Giunta, chiaramente affermava nella replica alla conclusione della<br />

38<br />

di

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