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nazionale (FEMA, 2004), la rete di attori individuati per il sistema di risposta<br />

all’uragano Katrina ha dimostrato solo modesti ambiti di interazione in tutti e quattro i<br />

livelli giurisdizionali. Questo modello di prestazione rende estremamente difficile<br />

sviluppare un “quadro operativo comune” essenziale per un’efficace gestione delle<br />

emergenze a tutti i livelli giurisdizionali e lo sviluppo di una capacità sia di<br />

anticipazione che di resilienza, come dimostrato dal rapido declino della partecipazione<br />

delle organizzazioni private, pubbliche e non profit, dal basso livello di centralità del<br />

network e dalla costante costituzione di sottoreti che operano in modo autonomo e che<br />

difficilmente riescono a coordinarsi ed interagire.<br />

La rete di gestione dell’uragano Katrina si caratterizza per un alto livello di diversità<br />

combinato con il fallimento, da parte dei diversi attori, nel comprendere pienamente le<br />

capacità e competenze che potevano offrire e le modalità del loro utilizzo e di essere<br />

parte della rete stessa (in parte a causa di una forte componente di volontariato) (House<br />

Report, 2006). Un gran numero di organizzazioni ha risposto ad un obiettivo centrale:<br />

ridurre la sofferenza e la perdita di vite umane provocate dall’uragano. Coerentemente<br />

con questo obiettivo generale, ci sono stati molti altri obiettivi più specifici durante la<br />

fase di risposta, per esempio: l’evacuazione, la distribuzione di materiali (cibo, acqua,<br />

ghiaccio e medicinali); il recupero di corpi e la fornitura di servizi medici; il ripristino<br />

della sicurezza pubblica e delle comunicazioni; la ricerca e il soccorso. Ci sono stati,<br />

quindi, più task-specifici, ognuno assegnato ad una sottorete. Questa complessità ha<br />

portato i singoli attori a costruirsi un modello semplificato e approssimativo della realtà<br />

con obiettivi specifici da perseguire, ha comportato delle difficoltà di coordinamento e<br />

interazione tra le componenti (partition focus). I partecipanti portano all’interno della<br />

rete l’obiettivo dell’organizzazione a cui appartengono, le loro competenze e la loro<br />

formazione focalizzandosi solo sull’aspetto che meglio conoscono convinti che sia<br />

l’unica strada, l’unica fonte per il raggiungimento dell’obiettivo ultimo (component<br />

focus) senza dare alcuna rilevanza alla collaborazione e scontrandosi con le prospettive<br />

di altri membri della rete. Questo crea una forma di incertezza su come i membri si<br />

comportano e interagiscono tra di loro (Koppenjan, Klijn, 2004) e difficoltà nel<br />

costruire modelli mentali condivisi (Bigley, Roberts, 2001).<br />

L’esperienza di Katrina riporta alla mente due affermazioni, quella di Quarantelli<br />

(1988: 383): ‹‹Più grande è la portata della catastrofe e maggiore è il numero di soggetti<br />

coinvolti nella risposta, minore è la probabilità di successo di qualsiasi coordinamento<br />

organizzativo ... L’entità e la frequenza di nuovi compiti da svolgere, insieme alla<br />

necessità di integrare gruppi emergenti e organizzazioni, riduce al minimo l’efficacia<br />

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