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pianificazione strategica e comunicazione delle priorità ha diminuito la tendenza al<br />

perseguimento di secondi fini. In altre parole, il loro studio dimostra che la<br />

pianificazione strategica e la comunicazione sembrano essere utili strumenti che<br />

permettono di ridurre i conflitti interdipartimentali e rendono la gerarchica meno<br />

probabile con una riduzione degli sforzi di coordinamento.<br />

Il meccanismo di coordinamento tramite piani e programmi ha acquisito rilevanza<br />

soprattutto nell’ambito dei gruppi di lavoro chiamati a lavorare ad un progetto comune.<br />

Tale tecnica si basa sull’idea di suddividere i progetti in piccole parti o componenti e<br />

stabilire un calendario che possa guidare il lavoro di ogni membro del gruppo, rendendo<br />

il coordinamento tra gli elementi più facile (Moenart e Souder, 1990; Von Hippel, 1990;<br />

Wheelwright e Clark, 1992; Cooper, 1996).<br />

Diversi autori hanno evidenziato i vantaggi che una pianificazione attenta e<br />

specifica può portare, come favorire il coordinamento tra le parti coinvolte nella<br />

realizzazione di un progetto (Cooper et al, 1999; Cooper e Kleinschmidt, 1996; Sicotte,<br />

Langley, 2000; Ernst, 2002), altri, al contrario, si sono concentrati sugli effetti negativi<br />

di una rigorosa pianificazione, come la limitazione del processo creativo dei singoli<br />

(Mintzberg, 1994).<br />

Controllo come meccanismo di coordinamento<br />

Coordinamento e controllo sono concetti strettamente intrecciati nella teoria<br />

dell’organizzazione classica. L’atto del controllo è collegato alla necessità di assicurare<br />

che ‹‹tutte le operazioni in qualsiasi momento, siano effettuate in conformità con il<br />

piano adottato, con gli ordini impartiti›› (Fayol, 1937: 65). Questa definizione lega il<br />

concetto di controllo all’utilizzo di piani e meccanismi di coordinamento. I piani<br />

definiscono gli obiettivi da raggiungere e l’attività di controllo garantisce che i piani<br />

siano effettivamente sviluppati e che ci sia coordinamento. Ouchi e Maguire (1975)<br />

sostengono che due diversi tipi di controllo possono essere distinti nelle organizzazioni:<br />

il controllo comportamentale che si basa sulla diretta sorveglianza del personale per<br />

garantire il coordinamento tra i soggetti e il controllo in uscita che<br />

si basa sulla misurazione dei risultati per garantire il coordinamento delle attività.<br />

Controllo in uscita e controllo del comportamento sono intercambiabili all’interno di<br />

un’organizzazione, ma, come sostenuto da Thompson (1967) tale sostituzione può<br />

avvenire solo se si verificano alcune condizioni: quando gli obiettivi sono definiti in<br />

modo chiaro e la relazione mezzi fini è condivisa. Se gli obiettivi non sono stati<br />

concordati, il controllo in uscita non potrà essere utilizzato e non sarà possibile fornire<br />

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