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Tabella 31 – Tempi di attivazione soccorsi<br />

Data e ora<br />

Attivazione dei<br />

soccorsi<br />

Arrivo sui luoghi<br />

della Protezione<br />

Civile<br />

Tempo di arrivo<br />

commissario/capo<br />

dip. Protezione<br />

Civile<br />

Campania e<br />

Basilicata<br />

Umbria e<br />

Marche<br />

Molise Abruzzo<br />

23 novembre 26 settembre 31 ottobre 2002, 6 aprile 2009,<br />

1980,<br />

1997,<br />

ore 11:32 ore 3:32<br />

ore 19:34 ore 2:33 e 11:42<br />

6 ore 20 minuti 10 minuti 3 minuti<br />

Circa 10-12 ore 3 ore Vigili del Fuoco:<br />

30 minuti<br />

Capo<br />

Dipartimento: 6<br />

25 novembre: 36<br />

ore dopo il sisma<br />

26 settembre: 5<br />

ore dopo il sisma<br />

Fonte: Osservatorio permanente sul dopo sisma, 2010<br />

190<br />

ore<br />

31 ottobre: 6 ore<br />

dopo il sisma<br />

Ore 4:15 prima<br />

riunione<br />

Ore 6:30<br />

coordinamento sul<br />

campo<br />

6 aprile: 3 ore<br />

dopo il sisma<br />

Allo stesso tempo tale struttura ha rallentato e burocratizzato alcuni interventi. Un<br />

esempio è il recupero del patrimonio storico e artistico dell’Aquila e degli altri paesi<br />

colpiti per il quale è stato nominato un vicecommissario che non avendo rapporti e non<br />

costruendo relazioni con le strutture centrali o periferiche del Ministero, cioè le<br />

Sopraintendenze, ha rallentato le attività di messa in sicurezza e di “recupero” dei beni.<br />

Questa rigidità e difficoltà di collaborazione e coordinamento si sono manifestate<br />

anche in altre circostanze, come lo scarso coinvolgimento delle istituzioni locali. Il<br />

Metodo Augustus prevede che in occasione di un evento classificato come evento di<br />

tipo C vi sia la mobilitazione a livello nazionale, ma vengano sempre garantiti i rapporti<br />

tra le istituzioni sia a livello centrale che periferico. Questa interazione in occasione del<br />

terremoto dell’Aquila non è sempre stata garantita, infatti il Comune ha incontrato delle<br />

difficoltà nel mantenere il passo della Protezione Civile. All’Aquila si è prodotto un<br />

sistema decisionale stretto nelle mani di pochissime persone, investite ad hoc di<br />

funzioni delicate che hanno favorito l’avvio e la gestione degli interventi per il ritorno<br />

alla situazione di normalità. Ciò che è mancato è stato il costante coinvolgimento delle<br />

istituzioni locali. La partecipazione delle istituzioni locali, dei cittadini e della<br />

rappresentanza politica è stata soffocata, a differenza di quanto si è verificato in<br />

occasione del terremoto in Friuli (1976) e dell’Umbria e Marche (1997). La nomina di<br />

commissari delegati non è una novità del terremoto abruzzese perché si ritrova anche in<br />

Friuli, la differenza riguarda l’attribuzione dei poteri e la costituzione di rapporti di<br />

collaborazione. In Abruzzo con la nomina dei commissari delegati i poteri delle<br />

istituzioni locali non sono stati intensificati o resi più snelli in modo che questi

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