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network di attori (si veda ad esempio Drabek, 1985; Comfort, Zagorecki, 2004; Wise,<br />

2006), ma non sempre viene considerato l’intero network e la sua evoluzione.<br />

In molti casi condurre una tale analisi, raccogliere dati e informazioni, tenendo<br />

conto di tutti gli attori separatamente, può risultare complesso proprio per la grande<br />

quantità di organizzazioni che sono coinvolte nel processo di risposta. Tuttavia, se si<br />

mira ad aumentare la propria conoscenza di come un sistema multi-organizzativo, che<br />

consiste di molte organizzazioni diverse, risponde ad un evento è necessario<br />

comprendere e studiare le interdipendenze tra i vari attori e le varie organizzazioni.<br />

Un eccellente esempio di questo approccio si ritrova in Comfort e Haase (2006)<br />

nell’analisi del sistema di risposta in seguito all’uragano Katrina che ha colpito New<br />

Orleans. La loro analisi è stata olistica nel senso che ha cercato di identificare tutte le<br />

organizzazioni coinvolte nella risposta ed i contatti tra loro.<br />

Seguendo tale approccio, il lavoro realizzato ha considerato le singole<br />

organizzazioni come la più piccola unità di analisi, ma si è ritenuto che la comprensione<br />

dell’intero sistema di gestione e risposta potesse beneficiare di un’analisi a due step,<br />

ovvero prima e durante l’evento. Rispetto all’approccio che si basa esclusivamente<br />

sull’analisi dell’evento una volta che si è manifestato, un’analisi a due step riduce il<br />

rischio di perdere una parte delle informazioni o di interpretare in modo errato le azioni<br />

intraprese. Un’analisi focalizzata esclusivamente sul momento di gestione dell’evento<br />

non potrebbe aiutare nella comprensione delle difficoltà e di eventuali fallimenti perché<br />

non si avrebbe nessun elemento di confronto con quanto pre-definito dai piani e<br />

programmi che rappresentano il punto di partenza per la gestione di un evento che esula<br />

dalla routine poiché definiscono gli attori che sono chiamati ad intervenire, le modalità<br />

decisionali e comunicative.<br />

Tale comprensione è inevitabilmente rilevante al fine dell’apprendimento dai<br />

singoli casi che, come definito da March (1991), sono un piccolo campione dal quale è<br />

possibile apprendere delle lezioni se vengono analizzati più aspetti dell’evento come se<br />

si dovesse rispondere ad esso o come se l’evento si stesse verificando. Se le<br />

organizzazioni incoraggiano questa costruzione di sensemaking delle modalità di<br />

gestione e risposta ad un evento, basandosi su quanto accaduto in precedenza, hanno la<br />

possibilità di apprendere dai singoli casi ed utilizzarli per progettare nuovi piani di<br />

risposta in modo da essere resilienti, ovvero capaci di adattarsi alle situazioni e di agire<br />

di conseguenza.<br />

Studiare i sistemi di risposta agli eventi utilizzando il metodo del network di attori<br />

presenta anche alcune limitazioni. Ovviamente, in occasione di eventi in cui sono<br />

coinvolte molte organizzazioni, è chiaramente irrealistico poter includere tutte le<br />

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