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indirizzo e di azione alle operazioni di soccorso. Tale struttura articolata su tre livelli,<br />

nazionale, regionale e locale, attribuisce un ruolo operativo all’asse verticale<br />

rappresentato dalla Direzione Generale della Protezione Civile e delle Prefetture e un<br />

ruolo di “avamposto permanente e punto di riferimento insostituibile” alle comunità<br />

locali (Furiozzi, 2010).<br />

Una peculiarità ben evidente dall’analisi del network di attori e relazioni che si<br />

sono costituite durante le fasi di gestione dell’evento riguarda il ruolo svolto dalla Forze<br />

Armate a dai gruppi di volontariato che, seppur presenti anche all’interno del modello<br />

predefinito di azione, viene loro attribuito un ruolo di supporto.<br />

Per quanto riguarda l’intervento delle Forze Armate è previsto in caso di situazioni<br />

di emergenza, ma non viene loro riconosciuto un ruolo autonomo nella gestione della<br />

stessa. Si manifesta pertanto un dualismo tra il massiccio utilizzo delle Forze Armate<br />

nelle attività di soccorso e il limitato riconoscimento formale. Uno squilibrio che<br />

evidenzia una carenza di capacità operative e gestionali del sistema di Protezione Civile<br />

italiano. Un’ambiguità questa che potrebbe essere risolta superando il concetto di<br />

semplice occasionalità dell’utilizzo delle Forze Armate e regolando in modo rigoroso le<br />

modalità del loro intervento oppure attraverso lo sviluppo di capacità operative<br />

autonome nel sistema di Protezione Civile in modo da ridurre al minimo l’impiego delle<br />

Forze Armate (Baldi, 1996).<br />

Allo stesso modo risulta necessario disciplinare la questione del rapporto con le<br />

istituzioni e associazioni di volontariato che nel corso dei decenni hanno acquisito una<br />

rilevanza sempre maggiore e sono una risorsa importante che non può essere più<br />

ignorata. Sebbene il ruolo di tali associazioni sia riconosciuto, non esiste ancora una<br />

formalizzazione del loro impegno.<br />

Rispetto al caso precedente, dall’analisi dell’evento emerge un processo di<br />

trasformazione tra le due fasi (prima e durante l’evento) di portata inferiore, poiché la<br />

struttura decisionale rimane gerarchica, garantendo il superamento di alcune difficoltà<br />

iniziali (come l’assenza di una figura di coordinatore), ma anche rallentando alcune<br />

azioni per l’esigenza di continue approvazioni, e le modalità di comunicazione e<br />

interazione non subiscono grandi cambiamenti. Il network invece subisce una<br />

trasformazione, da lineare a ramificato, ma con un importante coinvolgimento dei vari<br />

attori, come evidenziato dagli alti livelli di densità della rete e di interazione anche se<br />

rimangano ancora dei punti deboli (ruolo dei Comuni e della Regione) che richiedono<br />

una riflessione.<br />

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