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La radio è stata tra le poche tecnologie funzionanti per inviare e ricevere messaggi<br />

vitali e si è dimostrata un effettivo strumento di comunicazione (Drabek, 1985).<br />

Collegamenti radio attraverso il sistema nazionale di comunicazione sono stati preziosi<br />

per il salvataggio e gli sforzi di soccorso. Anche internet ha contribuito notevolmente al<br />

salvataggio e alle operazioni di recupero. In alcuni centri di evacuazione, le persone<br />

hanno utilizzato i siti web per cercare i familiari dispersi.<br />

L’impossibilità di sviluppare comunicazioni efficaci e tempestive ha degradato<br />

significativamente lo sviluppo della situation awareness, della consapevolezza di ciò<br />

che stava succedendo. In assenza di informazioni tempestive e comunicazioni valide, le<br />

organizzazioni non sono state in grado di funzionare in modo efficace. Pertanto, il crollo<br />

della risposta interorganizzativa all’uragano Katrina è evidenziato dal fallimento delle<br />

comunicazioni. Questo fatto è stato riconosciuto dal governatore della Louisiana,<br />

Kathleen Babineaux Blanco, quando ha affermato che ‹‹il problema grosso [nella<br />

gestione di risposta ai disastri] è la mancanza di comunicazione all’interno della rete. Il<br />

giorno dopo la tempesta, telefoni cellulari e fissi erano inutilizzabili, proprio nel<br />

momento in cui il coordinamento tra i molti rami del governo era critico›› (Ibidem)<br />

Oltre ai vincoli tecnici, la comunicazione è stata ostacolata anche da vincoli<br />

organizzativi, c’è stata riluttanza delle organizzazioni a condividere informazioni con il<br />

personale al di fuori del proprio campo di azione, a costruire una rete di comunicazione<br />

interorganizzativa e dei piani di comunicazione condivisi. Una riluttanza che si<br />

intensifica maggiormente oltre i confini giurisdizionali e questo perché, come<br />

precedentemente descritto, vi è una forte focalizzazione sui compiti specifici, sulla<br />

divisione e specializzazione.<br />

Nonostante l’entrata in vigore di un protocollo di comando e controllo e<br />

l’introduzione del piano di risposta Nazionale (DHS, 2004), come in precedenza<br />

descritto tre strutture di comando separato operavano a seguito dell’uragano Katrina<br />

(US House of Representatives, 2006). Questo impedì un’adeguata comunicazione tra i<br />

comandanti militari, una corretta pianificazione delle attività e il verificarsi di diversi<br />

errori di comunicazione, come quello avvenuto nel pomeriggio del 29 agosto quando un<br />

osservatore della FEMA individuò la rottura degli argini, ma la Casa Bianca non venne<br />

informata poiché il Dipartimento del Centro Operativo Homeland Security considerava<br />

la comunicazione del testimone “un rapporto non confermato”. Così, la Casa Bianca<br />

non ha avuto conferma della rottura degli argini fino all’inizio di Martedì, 30 agosto,<br />

circa otto ore dopo. Se le informazioni fossero state comunicate la Casa Bianca avrebbe<br />

potuto rendersi conto prima della gravità della situazione.<br />

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