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promuovere sinergia e coordinamento nella gestione degli eventi per dar vita ad un<br />

sistema quanto più uniforme possibile dal punto di vista nazionale.<br />

La gestione dell’uragano Katrina mette in luce tutti gli aspetti chiave che risultano<br />

necessari nel caso in cui si manifesti un evento che esula dalla routine: alte prestazioni,<br />

capacità di adattamento, sforzi speciali per ripristinare e migliorare la comunicazione,<br />

processo decisionale flessibile. Tutti fattori che influenzano la capacità di<br />

coordinamento tra le organizzazioni.<br />

Il modello standard predisposto per la gestione delle emergenze che si caratterizza<br />

per un sistema altamente burocratizzato che riduce inefficienze e ridondanze attraverso<br />

protocolli relativamente rigidi, gerarchie e relazioni predefinite, sembra essere stato<br />

superato da un modello emergente di gestione improntato sulla capacità di adattamento<br />

e collaborazione, su relazioni basate sulla fiducia, sul superamento delle regole e<br />

strutture decisionali rigide e la creazione di reti di attori ampie in grado di coinvolgere<br />

attori pubblici e privati, volontari e personale specializzato, come ricercatori e studiosi.<br />

Una modalità di agire che ha mostrato dei punti di forza, ma allo stesso tempo dei limiti<br />

determinati in parte dall’inesperienza dei soggetti coinvolti, in parte dall’assenza di un<br />

unico attore in grado di favorire le attività di coordinamento e gestione, in parte dalle<br />

difficoltà dal punto di vista comunicativo.<br />

Le tre dimensioni analizzate (rete di attori, struttura organizzativa e decisionale,<br />

comunicazione) hanno tutte contribuito, in maniera e misura diversa, a rendere<br />

complessa l’attività di coordinamento, di armonizzazione delle attività tra gli attori per<br />

far fronte all’evento, di acquisizione di consapevolezza della situazione e degli sforzi<br />

necessari per intervenire.<br />

La domanda che ci si pone è se un modello gerarchico, anziché un modello a rete<br />

avrebbe garantito una migliore gestione dell’evento e un migliore coordinamento tra gli<br />

attori? Un eccessivo formalismo e una dipendenza da autorità centrali avrebbe<br />

comportato minori difficoltà coordinative, ma avrebbe impedito una risposta rapida e<br />

veloce e avrebbe schiacciato o soppiantato la direzione da parte dei governi locali e<br />

delle organizzazioni non profit che forniscono i primi soccorsi.<br />

Entrambi i modelli presentano delle limitazioni pertanto non si ritiene possibile ed<br />

utile identificarne uno come migliore, ciò che emerge è sicuramente l’esigenza di creare<br />

delle partnership interorganizzative in grado di garantire una comunicazione verticale ed<br />

orizzontale indipendentemente dal settore di appartenenza, un processo decisionale<br />

flessibile e un network di relazioni anch’esso flessibile e in grado di adattarsi ai continui<br />

cambiamenti del contesto.<br />

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