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COMUNICAZIONE<br />
URAGANO<br />
KATRINA<br />
2005<br />
TERREMOTO<br />
ABRUZZO<br />
2009<br />
DEEPWATER<br />
HORIZON OIL<br />
SPILL<br />
2010<br />
Tale struttura deve essere “combinata” con il modello<br />
decisionale di intervento dell’ente/i privati coinvolti.<br />
• Il piano di gestione della BP prevede che in caso di un<br />
incidente venga creata una struttura di comando unificata<br />
che possa definire obiettivi e strategie di intervento. Il<br />
comando unificato è responsabile della gestione<br />
dell’evento e della direzione delle attività, compreso lo<br />
sviluppo e l’implementazione di decisioni strategiche.<br />
• Il Piano comunicativo per la gestione dell’emergenza<br />
prevede:<br />
- Ruolo specifico del National Communication System<br />
(NCS) nel favorire la trasmissione di informazioni tra i<br />
vari livelli di intervento<br />
- Analisi dei parametri tecnici delle apparecchiature<br />
disponibili<br />
- Incontri per la formulazione di piani di comunicazione<br />
condivisi e integrati<br />
- Standardizzazione della terminologia per la condivisione<br />
delle informazioni<br />
Il Piano di comunicazione prevede:<br />
- tutte le componenti e le strutture operative di Protezione<br />
Civile devono garantire un immediato e continuo scambio<br />
di informazioni a livello territoriale e centrale per evitare<br />
che le segnalazioni siano limitate alle solo strutture di<br />
appartenenza<br />
- attivazione del centro di coordinamento nazionale<br />
denominato SISTEMA che deve garantire l’immediata<br />
allerta delle strutture di intervento in caso di necessità<br />
- per un evento di carattere nazionale il compito di<br />
coordinamento delle informazioni deve essere assunto dal<br />
Comitato Operativo e dalla Di.coma.c<br />
- l’identificazione della strumentazione tecnologica e<br />
cartacea che è necessaria per fronteggiare l’evento e per<br />
garantire una corretta comunicazione alla popolazione<br />
• Il Programma Nazionale delle Comunicazioni in caso di<br />
emergenza (NECP) prevede:<br />
- l’intervento di attori che operano a livello federale, statale<br />
e locale e nel settore privato, secondo una struttura<br />
263<br />
• All’interno della BP, mancata identificazione del soggetto<br />
responsabile delle decisioni e silos di conoscenza che<br />
impediscono lo scambio e la condivisione di informazioni<br />
tra BP, Transocean e Halliburton, ma anche con i gruppi di<br />
ricerca<br />
• Sistema nazionale di comunicazione attivato ed operativo<br />
• Assenza di ridondanza delle infrastrutture di<br />
comunicazione e mancato utilizzo della strumentazione<br />
disponibile per assenza di una chiara modalità di utilizzo<br />
• Parametri tecnici delle infrastrutture che non favoriscono la<br />
trasmissione delle informazioni: larghezza di banda<br />
insufficiente, reti di comunicazione criptate<br />
• Piani di comunicazione specifici per le singole<br />
giurisdizioni e non condivisi dal punto di vista della<br />
terminologia<br />
• Attivazione e trasmissione immediata delle informazioni da<br />
parte di centri funzionali e sale operative regionali e<br />
provinciali alla Sala Situazioni Italia<br />
• Attivazione della procedura di emergenza della Sala<br />
Situazioni Italia per garantire raccordo informativo ed<br />
operativo delle strutture di intervento<br />
• Nella fase iniziale comunicazione locale e provinciale<br />
autonoma e poco strutturata; con l’istituzione della<br />
Di.coma.c le comunicazioni diventano più strutturate<br />
• Comunicazione costante con la popolazione attraverso<br />
incontri, documentazione cartacea (newsletter, locandine,<br />
ecc.) e strumentazione tecnologica (web, casella di posta,<br />
ecc.)<br />
• I vari attori non riescono ad integrarsi fino all’istituzione di<br />
un Centro Operativo Comune (COP) e di una piattaforma<br />
comune (ERMA).<br />
• Strumentazione tecnologica non univoca che crea difficoltà