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persone che effettivamente prendono parte alle operazioni. In questi casi è necessario<br />

compiere una scelta che potrebbe comportare la perdita di una parte delle informazioni.<br />

Una prima possibilità consiste nel concentrare l’attenzione su una parte della rete, una<br />

seconda possibilità consiste nell’aggregare le organizzazioni della stessa tipologia, come<br />

è stato realizzato nel presente studio, evitando in tal modo che sfuggano dall’analisi, ma<br />

riducendo il numero complessivo degli attori da dover analizzare singolarmente.<br />

Sezione II – Sviluppi pratici<br />

La gestione di un evento non di routine richiede una fase di pianificazione e<br />

predisposizione di piani di intervento e di formazione in modo che vi sia<br />

consapevolezza delle operazioni da svolgere e delle attività che si rendono necessarie<br />

nei primi momenti dell’evento. Tali aspetti, com’è emerso dall’analisi dei tre eventi<br />

considerati, sono tutti di estrema rilevanza, non vi è un aspetto che più di altri deve<br />

essere “garantito” o che può essere ignorato perché superfluo. La scarsa attenzione<br />

anche solo ad uno di questi aspetti può creare le condizioni che impediscono una rapida<br />

azione e reazione, generando confusione, sovrapposizione delle attività e rendendo<br />

complesso il coordinamento degli attori coinvolti.<br />

Pianificazione e predisposizione di piani di intervento non sono sufficienti per poter<br />

garantire un’efficace risposta e alte prestazioni, è necessaria anche capacità di<br />

adattamento alla situazione, di revisione di quanto prestabilito e pianificato in favore<br />

della flessibilità di intervento, intesa come: flessibilità nell’utilizzo della strumentazione<br />

tecnologica disponibile e delle modalità di comunicazione, flessibilità nelle interazioni<br />

con organizzazioni di diversa natura; flessibilità nell’integrazione di “nuove”<br />

organizzazioni nei piani di risposta; flessibilità nel processo decisionale e nel<br />

coordinamento attraverso un’integrazione e combinazione di un modello standard di<br />

intervento, solitamente burocratizzato attraverso protocolli rigidi e gerarchie, con<br />

modelli orientati al “problem solving innovativo” che cercano soluzioni a situazioni ad<br />

elevata complessità, non riconducibili o difficilmente riconducibili a condizioni note e<br />

di cui si hanno delle informazioni spesso incomplete e che richiedono un continuo<br />

adattamento in quanto hanno una natura dinamica, basati su rapporti intersettoriali e<br />

partnership interorganizzative, sulla collaborazione e fiducia con eventuale sospensione<br />

delle regole proprio per fronteggiare bisogni imprevisti.<br />

Le modalità di gestione degli eventi estremi presentano solitamente una struttura<br />

gerarchica/piramidale. La forma gerarchica sembra essere quella più efficiente nel senso<br />

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