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definita a maglie larghe o strette. Da questo punto di vista una rete ad alta densità<br />

tenderebbe a favorire la comunicazione e la rapida mobilizzazione di risorse al proprio<br />

interno. D’altra parte però una rete ad alta densità tende ad esercitare un maggiore grado<br />

di controllo sociale sui suoi membri, nonché una più forte e incisiva pressione verso<br />

l’adesione alle norme.<br />

Una rete a maglie strette (alta densità) rischia inoltre di limitare il contatto con persone<br />

che sono in possesso di informazioni e risorse diverse. Una rete a maglie larghe (bassa<br />

densità), di contro, permetterebbe un più facile accesso a informazioni diversificate<br />

offrendo una gamma più variegata di risorse e rivelandosi particolarmente utile durante i<br />

periodi di transizione e di cambiamento.<br />

La densità delle organizzazioni rappresenta una misura della complessità del grafo ed è<br />

misurata con l’equazione (Wasserman, Faust, 1994):<br />

Nell’equazione, D è la densità; L il numero totale di legami; g il numero dei nodi<br />

presenti nel network. Il risultato dell’equazione è standardizzato in percentuale. Un<br />

network con una densità pari a 100% evidenzia che tutte le possibili relazioni all’interno<br />

del network sono effettivamente presenti, mentre una densità dello 0% indica che esiste<br />

il minor numero di legami tra i nodi del network.<br />

Grado di connessione. Il grado di connessione indica il numero medio di relazioni che<br />

ciascun membro ha con gli altri membri del network. Il grado di connessione di un<br />

network è strettamente legato al livello di densità del network e si calcola con la<br />

seguente formula (Wasserman, Faust, 1994):<br />

Cluster. Indicano sottogruppi che si creano all’interno della rete in cui le relazioni tra i<br />

membri sono molto strette e formano “grappoli” distinguibili. Si tratta di una misura<br />

più analitica della densità, perché mette in evidenza le disomogeneità all’interno di una<br />

rete e ne permette quindi una comprensione più approfondita.<br />

Per esempio la Figura 11 mostra due differenti cluster. I nodi A, B, C e E formano un<br />

cluster, mentre i nodi H, I, G, J formano un secondo cluster.<br />

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