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tentativo di ridurre il danno è fallito. Si è poi approntata una nuova strategia<br />

provvisoria, il progetto Lower Marine Riser Package (LMRP), con la posa in opera di<br />

un imbuto convogliatore sospeso sopra al pozzo e collegato ad una nave cisterna in<br />

superficie, volta a recuperare almeno in parte il petrolio che fuoriusciva senza controllo<br />

dal pozzo sul fondo del mare, in attesa di trovare una strategia risolutiva. In<br />

contemporanea la BP ha iniziato a trivellare due pozzi sussidiari in previsione di riuscire<br />

a raggiungere ad agosto 2010 il condotto del pozzo per cementarlo in profondità. Il 10<br />

luglio 2010 venne effettuato un ulteriore tentativo con un nuovo tappo per ridurre<br />

drasticamente, e forse addirittura fermare, le perdite entro una decina di giorni. Non<br />

cessando comunque di lavorare anche a quella che viene considerata dalla BP essere la<br />

soluzione definitiva del problema: ossia la trivellazione dei due pozzi collaterali di<br />

emergenza (Sole 24 Ore, 12 luglio 2010).<br />

Dopo 86 giorni dall’inizio dello sversamento di petrolio, il 15 luglio 2010, la BP<br />

dichiara di essere riuscita a tappare la perdita del greggio pur non essendo ancora sicura<br />

che si tratti di una soluzione definitiva.<br />

Dopo 100 giorni dall’inizio delle perdite - e a due settimane dal nuovo tappo che<br />

chiude il pozzo in attesa di una soluzione definitiva - presumibilmente grazie alla<br />

tempesta tropicale che si è abbattuta sulla zona per più giorni, la macchia di petrolio che<br />

prima galleggiava sull’acqua è praticamente scomparsa. Rimane visibile solo il catrame<br />

spiaggiato sulle coste.<br />

Il 3 agosto 2010 inizia l’operazione Static Kill con la quale la BP si propone di<br />

tappare definitivamente il pozzo, mediante un’iniezione di fango e cemento attraverso i<br />

pozzi sussidiari, così da deviare il greggio in un bacino posto a 4 km di profondità.<br />

L’entità della perdita è stimata a circa 4,9 milioni di barili, equivalenti a 780 milioni<br />

di litri di petrolio come annunciato dalle autorità statunitensi, che hanno precisato che<br />

800 mila barili (127 milioni di litri) sono stati recuperati prima che fosse collocato il<br />

tappo a metà luglio (Sole 24 Ore, 3 agosto 2010).<br />

Come nel caso dell’uragano Katrina, anche l’esplosione della piattaforma petrolifera<br />

della British Petroleum rientra nella categoria degli eventi estremi, poiché presenta le<br />

caratteristiche che contraddistinguono questa tipologia di evento (Tabella 35). Si tratta<br />

per prima cosa di un evento raro per portata e dimensioni, come evidenziato nella<br />

tabella 34 (che sintetizza i principali eventi di versamento di petrolio in mare (American<br />

Petroleum Institute, 2009; Greenpeace, 2011).<br />

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