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• assenza di risorse e tecnologie necessarie, in parte dovuta all’eccessiva<br />

frammentarietà dei controlli per la presenza di diversi enti coinvolti (oltre al<br />

MMS erano coinvolti: Department of the Interior, Departments of<br />

Transportation, Commerce, Defense, Homeland Security, Environmental<br />

Protection Agency) ognuno dei quali con una specifica responsabilità sulle<br />

attività offshore e che agivano in modo autonomo, senza sapere cosa gli altri<br />

facessero.<br />

Tutto ciò ha determinato il manifestarsi di comportamenti e atteggiamenti contrari<br />

rispetto a quelli richiesti dalla regolamentazione, un passaggio del potere decisionale<br />

dall’ente incaricato alla società privata operante e la costruzione di rapporti di<br />

interdipendenza tra i due attori tali da poter influenzare l’intero processo di controllo<br />

(National Commission, Department of Interior, 2011).<br />

Nel rispondere allo scoppio del pozzo Macondo divenne subito chiaro che la BP non<br />

era preparata a un simile evento di grandi dimensioni e in acque profonde. Le<br />

attrezzature e il personale necessario per il contenimento vennero assemblati dopo<br />

l’esplosione e non erano già pronti come invece è richiesto dal piano di emergenza che<br />

la compagnia è chiamata a predisporre. La BP, con la collaborazione della Transoacean,<br />

ha attivato differenti team, presso il quartier generale a Houston, per l’individuazione e<br />

lo studio di modalità sia per bloccare la falla che per rimuovere l’olio fuoriuscito. Le<br />

attività furono avviate dalla BP nelle 24 ore successive all’esplosione, quando<br />

cominciarono ad essere attivati gli esperti per la raccolta di proposte di intervento, e si<br />

sono susseguite per tutto il periodo considerato, fino al 15 luglio quando viene bloccata<br />

la fuoriuscita di petrolio (Nagarajaiah, 2010).<br />

Vari i tentativi avviati dalla BP per bloccare<br />

la fuoriuscita di petrolio:<br />

• Il primo tentativo, avviato il 24 aprile,<br />

consisteva nel fermare il flusso di<br />

petrolio azionando il BOP, un insieme<br />

di valvole che permettono la chiusura<br />

del pozzo in situazioni di emergenza;<br />

• Un secondo tentativo per facilitare le<br />

attività di rimozione dell’olio è stato<br />

l’utilizzo di sostanze chimiche solventi<br />

che non rimuovono l’olio dall’acqua,<br />

ma separano l’olio in piccole gocce che, attraverso l’energia del vento e delle<br />

onde, si mescolano con l’acqua;<br />

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