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Dalla tabella di comparazione emerge come il network di attori creato nelle prime<br />

24h per ripristinare la situazione in occasione dei tre eventi sia un network caratterizzato<br />

da alti livelli di centralizzazione (per due casi il livello di centralizzazione è superiore o<br />

uguale al 65%, in un caso al 58%) e da livelli di densità che risultano anch’essi<br />

abbastanza elevati se confrontati con il valore raggiunto considerando l’intero periodo<br />

di gestione.<br />

Tale confronto è evidente nel caso Deepwater Horizon Oil Spill dove la densità del<br />

network 72 ore dopo l’esplosione risulta essere pari al 95%, mentre a conclusione del<br />

periodo di gestione è pari al 12%, una differenza determinata dalle diverse dimensioni<br />

assunte dal network. Nelle prime ore solamente una decina di attori vengono attivati e<br />

stabiliscono dei legami per portare i primi soccorsi, successivamente fanno il loro<br />

ingresso attori come gli enti e gli istituti di ricerca che nelle prime fasi di gestione<br />

dell’evento non risultano coinvolti.<br />

I tre network, differenti dal punto di vista delle dimensioni e degli attori coinvolti,<br />

hanno un aspetto comune: il livello di densità e il grado di connessione si riducono<br />

all’aumentare della complessità del network. Il network creato per far fronte all’uragano<br />

Katrina è il più complesso e risulta essere quello meno denso e connesso, mentre quello<br />

per far fronte al terremoto in Abruzzo presenta un numero inferiore di attori e questo ha<br />

determinato i maggiori livelli di densità e connessione.<br />

Solo una fortissima capacità di direzione e coordinamento potrebbe ovviare alle<br />

naturali difficoltà operative connesse alla creazione di un network composto da una<br />

molteplicità di attori differenti. In Italia non sembra mancare la mentalità giusta per<br />

garantire in caso di grandi eventi uno sforzo immediato e strumenti amministrativi resi<br />

opportunamente flessibili. Occorre però assicurare anche una puntuale “preparazione”,<br />

un monitoraggio efficace delle situazioni in evoluzione, grande importanza rivestono<br />

anche l’addestramento coordinato degli operatori, soprattutto a livello locale,<br />

l’informazione tempestiva e completa della popolazione, un alto coordinamento<br />

unitario, capace di far muovere migliaia di persone in modo rapido, ordinato ed efficace<br />

per provvedere alla maggior salvaguardia possibile della popolazione, sulla base di una<br />

forte alleanza fra Stato e poteri locali ed anche su una fortissima responsabilizzazione<br />

delle popolazioni residenti, per l’assunzione di un ruolo di cittadinanza attiva nei<br />

confronti di un problema comune tanto grande, che non potrà mai essere delegato<br />

unicamente alla capacità di risposta dell’apparato pubblico.<br />

Il secondo aspetto riguarda la necessità di combinare capacità trasversali e di<br />

adattamento. Un evento che esula dalla routine richiede, in primo luogo, la capacità di<br />

adattare ed espandere le proprie modalità di intervento il più rapidamente possibile. Le<br />

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