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• Il terzo tentativo (Riser Insertion Tube), avviato a metà maggio, consisteva nel<br />

rimontare il tubo (riser) che collega la piattaforma al BOP e che era danneggiato<br />

e nel reinserirlo nella colonna;<br />

• Il quarto tentativo “Top kill”, avviato il 26 maggio, consisteva nel connettersi<br />

alle linee laterali del BOP e “pompare” nel BOP una miscela di pezzi di<br />

pneumatici in modo da tappare l’interno;<br />

• Il quinto tentativo risale al 29 maggio, l’operazione consisteva nel taglio e<br />

rimozione della colonna montante danneggiata nella parte superiore del BOP in<br />

modo da collegarla ad una valvola in grado di assorbire l’olio;<br />

• Alla fine di giugno, la BP propone l’installazione di un “capping stack” (un<br />

tappo), sulla parte superiore del BOP che consentirebbe la chiusura nel pozzo;<br />

• L’ultimo tentativo risale al 15 luglio, l’operazione “Static kill”, cioè l’iniezione<br />

di fango per tappare la bocca del pozzo che ha consentito la completa chiusura<br />

del pozzo.<br />

La figura 56 evidenzia il flusso di petrolio in barili e l’efficacia di alcuni dei tentativi<br />

adottati dalla BP, fino alla chiusura del pozzo Macondo.<br />

Figura 56 – Flusso del petrolio a seguito dei tentativi di chiusura del pozzo<br />

BARILI DI PETROLIO AL GIORNO<br />

Primo tentativo:<br />

62.000 barili<br />

Meno di 60.000 barili<br />

GIORNI<br />

Fonte: Oil Budget Calculator, Tecnical Documentation, 2010<br />

Il lungo elenco di tentativi messi in atto dalla BP da un lato evidenzia l’impegno<br />

costante per far fronte al grave incidente provocato, dall’altro la grande lontananza<br />

234<br />

Ultimo tentativo:<br />

53.000 barili

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