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Diario Giuseppe Mallardi Capitano dei Lancieri di Murat

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Prima parte<br />

assegnata per cavalcatura una vecchia rozza, legai alla meglio il mio piccolo bagaglio in groppa;<br />

pronti stavano 12 gendarmi a cavallo, con un briga<strong>di</strong>ere, aspettando gli or<strong>di</strong>ni superiori.<br />

Il briga<strong>di</strong>ere m'insegna come meglio legare e tenere a posto il piccolo fardello in groppa; viene<br />

a salutarmi il sergente del giorno innanzi, il quale ha la felice idea <strong>di</strong> raccomandarmi al briga<strong>di</strong>ere,<br />

d'usarmi qualche piccolo riguardo, essendo un volontario <strong>di</strong> famiglia signorile. Dopo pochi minuti<br />

arrivano, prima due tenenti, e poscia un capitano ed un sottotenente, tutti e quattro <strong>di</strong> cavalleria,<br />

addetti alla rimonta <strong>dei</strong> cavalli, che si stava facendo da un pezzo.<br />

Il capitano, alle ore 15.30 italiane, 2 ant. circa <strong>di</strong> Francia, or<strong>di</strong>nò <strong>di</strong> metterci in marcia; innanzi i<br />

quattro ufficiali, prima il capitano ed un tenente, poi l'altro tenente col sottotenente, e così, per due,<br />

si uscì dal castello. Alla coda fui messo io, avendo alla mia destra il briga<strong>di</strong>ere; e così formati<br />

pren<strong>di</strong>amo la rotta per Trani.<br />

Benché munito d'un pesante vestito, pur tuttavia penetra un umido freddo fino alle ossa, fuori<br />

della città, a circa mezzo miglio, troviamo rotto un occhio del ponte lungo il pantano detto<br />

Marinabella, perciò siamo costretti fare un largo giro per riprendere la strada sconquassata e<br />

fangosa, né mancano pietre per renderla maggiormente deliziosa ai poveri viandanti!<br />

Col briga<strong>di</strong>ere, che si chiama Gennaro Delfalco e che cavalca sempre alla mia destra,<br />

scambiamo qualche parola per rompere la monotonia. Siamo a Giovinazzo, piccolo paese; la<br />

strada l’attraversa, <strong>di</strong>videndo il borgo dalla nostra città, dove trovasi un avvallamento pantanoso,<br />

molto brutto; quivi facciamo un'ora <strong>di</strong> riposo, e subito dopo ripren<strong>di</strong>amo il viaggio per Molfetta,<br />

nostra tappa. Verso l'imbrunire, 22 ore napolitane, 4 pom. <strong>di</strong> Francia, siamo all'interno <strong>di</strong> Molfetta,<br />

dove troviamo due pantani, quello detto del borgo, e quello che passa per la piazza, lunghi<br />

ciascuno palmi 15,30 circa un 400 metri, misura francese; si tragittano dai pedoni con molta<br />

<strong>di</strong>fficoltà. La nostra tappa è stata <strong>di</strong> miglia 18, che corrispondono metri 1851 e centimetri 85 <strong>di</strong><br />

misura francese per miglio; noi tutti alloggiamo alla locanda che si trova in piazza; gli uffiziali poi<br />

passano agli alloggi privati. Nella mia camera siamo in tre: il briga<strong>di</strong>ere, un milite ed io; a sera<br />

fatta, ci viene passata la <strong>di</strong>aria, cioè due carlini, pari a sol<strong>di</strong> 17 francesi.<br />

Il briga<strong>di</strong>ere è un napolitano; con lui vado a pranzare, incominciando col tra<strong>di</strong>zionale piatto <strong>di</strong><br />

maccheroni; durante il pasto mi è largo <strong>di</strong> molti utili consigli, congratulandosi meco della scelta fatta<br />

d’entrare nel reggimento guar<strong>di</strong>a Reale, <strong>di</strong>cendomi: come sai, io sono napolitano e mi trovo<br />

addetto al servizio <strong>di</strong> rimonta <strong>dei</strong> cavalli, da altre tre mesi; suppergiù sono sempre con questi Sig.<br />

uffiziali; prima fui nella terra d'Otranto e poscia in questa <strong>di</strong> Bari. Da Napoli son partito con costoro<br />

il 10 ottobre 1806, cioè col capitano Michele Biadera, commissario per la requisizione <strong>dei</strong> cavalli, e<br />

col tenente Viarù, i quali ora restano in Molfetta per la rimonta, con quattro gendarmi. Il tenente<br />

Vitelli e il sottotenente Antonelli con altri quattro uomini a Bisceglie; io e gli ultimi quattro gendarmi a<br />

Trani, dove resterò agli or<strong>di</strong>ni del capitano <strong>di</strong> cavalleria Ristori, comandante il <strong>di</strong>staccamento <strong>di</strong><br />

rimonta che sarà <strong>di</strong>retto a Caserta. Siamo 2 ore <strong>di</strong> notte, pari ad ore 7 pomeri<strong>di</strong>ane; le piazze<br />

oscurissime, un piccolo lumicino è il segnale dove si trova la nostra locanda.<br />

21 21 gennaio gennaio. gennaio Alle ore 16.40, ore 10 <strong>di</strong> Francia, sono stato chiamato per mezzo <strong>di</strong> un sergente del<br />

quinto reggimento <strong>di</strong> linea italiana della quarta compagnia, per presentarmi alla commissione <strong>di</strong><br />

reclutazione, la quale si compone d'un capitano <strong>di</strong> gendarmeria, d'uno <strong>di</strong> cavalleria, e d’un<br />

me<strong>di</strong>co; tutti e tre mi hanno classificato abile per la cavalleria, perché superiore a 5 pie<strong>di</strong>.<br />

Libero d'uscire, ho cercato presentarmi al generale <strong>di</strong> <strong>di</strong>visione Sig. Pinon, con la lettera <strong>di</strong><br />

raccomandazione del comandante <strong>di</strong> Monopoli. Poco lontano dal castello trovasi la residenza del<br />

generale, propriamente nel palazzo Can<strong>di</strong>do presso la chiesa madre, dove cortesemente fui<br />

in<strong>di</strong>rizzato da un signore del luogo.<br />

Dopo circa una buona mezz'ora vengo ricevuto dal generale, il quale mi fa qualche domanda<br />

dopo aver letta la lettera. Ritiene seco i certificati, <strong>di</strong>cendomi <strong>di</strong> ritornare alla medesima ora la<br />

<strong>di</strong>mane.<br />

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