Diario Giuseppe Mallardi Capitano dei Lancieri di Murat

1810
1 1 luglio luglio. luglio . Campo di Piale Piale. Piale
Noi siamo accampati in una piccola vallata alla parte opposta del mare, e
sulla sommità del colle si trova già allestita la tenda del re, composta di uno splendido salone e di
sei piccole sale; sopra il salone centrale sventola un magnifico stendardo in seta con i colori
francesi, quasi in segno di sfida alla riva opposta tenuta dagli anglo-siculi.
Questo sito è molto bello; il famoso stretto ci è d’innanzi col suo bellissimo orizzonte; di fronte
Torre del Faro e la bella Messina. Qui siamo sempre sotto gli ordini del generale Cesare Dery,
comandante in capo della guardia reale.
5 5 luglio luglio. luglio Al fianco destro della tenda reale si trova quella del generale Cesare Dery, colonnello
generale della cavalleria della guardia reale, poi quella del generale Lavauguyon, colonnello
generale della Guardia Reale, indi quella di Compère, generale colonnello ed ispettore della
Gendarmeria, e quella del generale di brigata Cattaneo, più quella del marchese Rochambeau
capo squadrone aiutante del re; tutte queste tende sono sormontate da piccola bandiera francese.
Dal lato sinistro poi il generale Grenier, capo dello stato maggiore del re e generale in capo
dell’armata francese, poscia quella del principe do Hohenzollern, poi quella del generale Aymé,
primo ciambellano, dopo quella del marchese di S. Giuliano, secondo ciambellano, e indi quella
del duca di Girella, prefetto di palazzo, più quella del principe Cariati introduttore d’ambasciatori:
anche queste tende sono sormontate dai colori francesi. Alle spalle del padiglione reale vi sono
altre 12 tende per tutti gli aiutanti di campo e l’altro personale di Corte.
7 7 luglio luglio. luglio luglio Il 29 giugno vi fu aspro combattimento di mare presso Scilla fra anglo-siculi e napolitani,
ed eccone il fatto per quello che abbiamo potuto conoscere al campo: da Torre del Faro mosse una
squadra di legni svelti e bene armati per distruggere o predare un convoglio di barche cariche di
artiglierie, munizioni e vettovaglie, provenienti da Napoli e scortato da numerose cannoniere e
lance.
Lo scontro avvenne presso Bagnara fra anglo-siculi e napolitani, le navi dei collegati erano in
maggior numero e per i nostri napolitani era difficile ed arduo tale scontro per due ragioni: la prima
per difendere se stesse, e l’altra nel medesimo tempo proteggere e garantire il convoglio.
Il telegrafo segnalò a Scilla, quartier-generale del re, di spedire sollecitamente tutte le
cannoniere e lance disponibili in aiuto al pericolante convoglio. Le poche cannoniere e lance
volarono presto e giunsero appunto quando la nostra flottiglia stava quasi per essere predata dal
nemico: i nostri bravi soldati cominciarono un fuoco vivissimo di cannoni e moschetteria con buon
ausilio della batteria della costa di Bagnara che teneva a debita distanza gl’inglesi; così fu salvato il
convoglio, mentre la squadra anglo-sicula si allontanava per non essere presa fra due fuochi delle
batterie della costa e delle nostre cannoniere.
14 14 luglio luglio. luglio Verso le ore 8 ant. è arrivato il re, noi eravamo ad attenderlo in doppia riga,
acclamandolo lungo il percorso, e alla prima compagnia è stato assegnato l’onore del servizio
reale di turno.
24 24 luglio luglio. luglio Ieri arrivò al nostro campo il generale Carlo Antonio Manhès, chiamato per completare la
distruzione del brigantaggio che tuttora pullula in queste contrade; egli è praticissimo dei detti
luoghi, e anche prima aveva portato la tranquillità a queste povere popolazioni.
Giorni dietro fu assalito il procaccia reale dai briganti, venne involata tutta la corrispondenza, e
furono uccisi parecchi militi di scorta.
26 26 luglio luglio. luglio Oggi sono costretto a registrare una infausta notizia. Ieri tutto il gran convoglio di viveri e
munizioni fu distrutto nonostante la coraggiosa resistenza dei franco-napolitani, comandati da
Teisseire; fu mandato in loro aiuto il capitano di fregata Sig. Caracciolo, che dovette suo malgrado
affondare le cannoniere nostre, che stavano per diventare preda del nemico.
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