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Diario Giuseppe Mallardi Capitano dei Lancieri di Murat

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cor<strong>di</strong>cina del campanello, è venuta a spalancare l'uscio la cameriera, conducendomi nel salone.<br />

Dopo poco tempo è venuta madama Giulia tutta frettolosa ed io mi sono inchinato baciandole la<br />

mano; ella era un poco turbata, mi ha obbligato a sedermi presso <strong>di</strong> lei, scusandosi <strong>di</strong> avermi fatto<br />

attendere un pochino.<br />

Mentre terminava queste poche parole in un pessimo italiano, è venuta sua figlia Amalia,<br />

donandomi la mano da baciare e sedendosi al mio fianco. Ella indossava una veste color verdone<br />

che le stava tanto bene, facendone risaltare la persona squisitamente modellata. Vedo la sua bella<br />

fronte incorniciata da folta capigliatura biondo-cenere che le dà maggior risalto. Il viso si è coperto<br />

<strong>di</strong> un bel rossore che poi mano mano è andato scemando, facendo spiccare le carnose labbra<br />

coralline.<br />

Madama Giulia è uscita un momento fuori e noi, rimasti soli, ci ricambiamo un dolce sguardo <strong>di</strong><br />

compiacimento!<br />

“Madamigella, questa è la prima volta che ho l'onore <strong>di</strong> potervi parlare a quattr’occhi e <strong>di</strong><br />

esternarvi il mio sentimento: siete tanto bella e vi amo assai”.<br />

“Chiamatemi semplicemente Amalia, ve ne prego, capitano!”<br />

“Si, si Amalia mia bella......”<br />

“Non mi <strong>di</strong>spiace che mi trovate bella, provo anch'io un certo fascino nel sentirmi ripetere che mi<br />

amate assai. Dunque, voi lo sapete che da poco sono uscita dal Collegio “Regina Carolina”, e<br />

forse avete dovuto accorgervi che dal primo momento che vi vi<strong>di</strong> al ricevimento dal duca Leto, non<br />

mi foste in<strong>di</strong>fferente. Allora eravate un tenente della Guar<strong>di</strong>a del Corpo, e il vostro elegante<br />

portamento spiccava maggiormente con l'altezza della persona fra tutti”.<br />

“Amalia, come siete buona!”<br />

Ritornata madama Giulia, si è <strong>di</strong> nuovo scusata della breve assenza sempre nel suo i<strong>di</strong>oma<br />

italianizzato, che tanto fa ridere la figliuola.<br />

“<strong>Capitano</strong>, Amalia parla bene italiano, perché nel 1 novembre 1809 entrò nel Real Collegio<br />

Carolina, istituito per real decreto l'anno innanzi, e vi è rimasta fino all'agosto ultimo. Noi giunsimo<br />

in Napoli nel novembre 1807 e Amalia aveva appena anni 12 essendo nata il 16 giugno 1795 a<br />

Parigi. A lei è riuscito con facilità l’apprendere l'italiano, essendo venuta fanciulla, ed avendolo<br />

abbastanza stu<strong>di</strong>ato”.<br />

“Certo madama, la lingua s’apprende bene da piccoli. Io, come vedete, parlo male il vostro<br />

i<strong>di</strong>oma, e ciò <strong>di</strong>pende dal non averlo stu<strong>di</strong>ato a tempo opportuno”.<br />

“Si, è troppo giusto; mia figlia si sbroglia anche a cicalare nel <strong>di</strong>aletto napolitano, che io non ho<br />

compreso mai”.<br />

La cameriera ci ha servito <strong>dei</strong> buon caffè per tutti.<br />

Verso le 7 <strong>di</strong> sera è venuto il Sig. Paolo, dandomi il benvenuto e stringendomi la mano.<br />

“<strong>Capitano</strong>, domenica scorsa ti vi<strong>di</strong>mo in testa alla tua compagnia all'entrata del campo <strong>di</strong><br />

Marte; il reggimento destò meraviglia nel popolo napolitano. Domani noi tutti ti desideriamo a<br />

mezzogiorno a venire a far penitenza con noi”.<br />

“Grazie <strong>di</strong> tanta squisita cortesia, Sig. Paolo”.<br />

“Lasciamo tutto questo frasario per le persone che si vedono per la prima volta; non per noi che<br />

ci conosciamo da un pezzo”.<br />

La conversazione si è raggirata su <strong>di</strong>verse cose del giorno. Egli mi ha promesso una<br />

raccomandazione al tenente generale Millet capitano generale della Guar<strong>di</strong>a Reale, il quale a sua<br />

volta mi avrebbe raccomandato al mio colonnello per un altro breve congedo. Verso le 8 mi son<br />

levato augurando a tutti la buonanotte, e dopo aver baciato le mani alle donne e dato una stretta <strong>di</strong><br />

mano al Sig. Paolo, mi son licenziato.<br />

26 26 febbraio febbraio. febbraio Prima <strong>di</strong> mezzogiorno mi son recato a casa del duca D. Filippo Leto, mettendolo al<br />

corrente del tutto, e poscia mi son <strong>di</strong>retto all'appartamento del Sig. Langent che ho trovato in casa.<br />

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