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Diario Giuseppe Mallardi Capitano dei Lancieri di Murat

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Seconda parte<br />

venimmo avvertiti d'essere stato il paese assalito dai russi e dai cosacchi a cavallo che<br />

sciabolavano in mal modo i poveri soldati inermi che incontravano per via. Le nostre trombette<br />

suonarono il buttasella ed in pochi minuti fummo fuori belli e pronti; ed ecco come si svolse la<br />

piccola frazione.<br />

Circa un paio <strong>di</strong> reggimenti tra cosacchi cavalleggieri <strong>di</strong> Grodno, misti a fantaccini russi,<br />

comandati dal colonnello Seslawin, che aveva anche a sua <strong>di</strong>sposizione due cannoncini, credendo<br />

il paese <strong>di</strong> Oszmiana non occupato dai francesi, per vie traverse piombarono in città per passarvi la<br />

notte. Visto i francesi inermi, furiosamente li attaccarono, sciabolandoli per via.<br />

Noi li attaccammo risolutamente respingendo cosacchi e cavalleggieri fino al vicino bosco che si<br />

trova poco lontano dalla strada <strong>di</strong> Smorgoni-Minsk, facendo parecchi prigionieri tra cosacchi,<br />

cavalleggieri e fantaccini.<br />

Il colonnello russo Seslawin si accampò ad oltre un migliore lontano dalla città, tirando parecchi<br />

colpi <strong>di</strong> cannoni tanto per non essere più molestato. Sopraggiungendoci l'oscurità della notte e non<br />

potendosi valutare le forze del nemico, il nostro colonnello o<strong>di</strong>nò ritirarci, e il generale Grassier mise<br />

de posti avanzati verso la via sulla quale si erano ritirati i russi.<br />

Ritornati in Oszmiana con i nostri 11 prigionieri, <strong>dei</strong> quali cinque cosacchi e sei cavalleggieri,<br />

abbiamo saputo da loro me<strong>di</strong>ante un interprete sassone: ch’essi ignoravano la nostra presenza in<br />

città, vi erano pervenuti per vie traversali onde passare la cruda notte.<br />

Noi abbiamo avuto dolorosamente prigionieri sei, morti cinque.<br />

In questo primo scontro ed in con<strong>di</strong>zioni per nulla favorevoli a causa del clima impossibile i nostri<br />

squadroni si son comportati egregiamente e con grande impeto contro il selvaggio e barbaro<br />

cosacco; cosa che ha suscitato un’encomio a tutti da parte del nostro colonnello e del generale<br />

Grassier.<br />

Il cosacco è l'arma pre<strong>di</strong>letta della cavalleria leggiera russa, fornito <strong>di</strong> un armamento adeguato<br />

che lo rende mobilissimo. I cosacchi da noi fatti prigionieri indossano larghi pantaloni, con cintura<br />

colorata <strong>di</strong> seta sui fianchi, forniti d'una sovraveste <strong>di</strong> panno color turchino che scende sui pantaloni.<br />

Sul capo portano un grossolano berrettone nero, peloso, e sono per lo più calzati <strong>di</strong> stivali, con viso<br />

barbuto che dà loro un'apparenza feroce.<br />

Alle ore 9 pom. le trombette suonano il riposo, e tutti stanchi com'erano, cercano alla meglio<br />

riposare vestiti.<br />

Verso la mezzanotte le trombette battono prima la sveglia e poscia dopo <strong>di</strong>eci minuti il<br />

buttasella; tosto ne viene un trambusto, un incrociarsi <strong>di</strong> domande strane e <strong>di</strong>sparate fra noi. Ma<br />

quando fu conosciuto <strong>di</strong> che si trattava, restammo attoniti.<br />

Alle ore 11 pom. era giunto l'Imperatore Napoleone sotto il nome del Gran Scu<strong>di</strong>ere <strong>di</strong><br />

Caulaincourt, avendo battuta l'unica strada <strong>di</strong> Smorgoni-Oszmiana, propriamente passando ad un<br />

miglio circa dal bosco dove si erano rifugiati ed accampati i russi.<br />

Di modo che, se l'Imperatore fosse transitato un tre ore prima, avrebbe corso il rischio d'essere<br />

fatto prigioniero dal colonnello russo Seslawin; o se la cavalleria napolitana non si fosse<br />

coraggiosamente slanciata innanzi sciabolando quel riparto <strong>di</strong> russi oltre il doppio <strong>di</strong> noi, da<br />

costringerlo a trovare scampo nel vicino bosco, approfittando dell'oscurità della serata, certamente<br />

in questo secondo caso sarebbe rimasto prigioniero <strong>di</strong> costoro. Ora posso affermare sicuramente<br />

che la salvezza dell'Imperatore fu dovuta tutta ai cavalieri napolitani, se egli giunse salvo in<br />

Oszmiana. Ma se per egli ne fu la salvezza, per la povera cavalleria napolitana ne fu lui la causa<br />

involontaria della <strong>di</strong>struzione, come più innanzi <strong>di</strong>rò.<br />

Napoleone giunse alle ore 11 pom. in due slitte <strong>di</strong> posta, ed in compagnia del M. <strong>di</strong><br />

Caulaincourt, del Maresciallo Duroc, del Conte Lobau, e del Generale Lefebvre-Demouettes, e<br />

dell'interprete Conte Wonsowitch. Appena giunsero, tosto cercarono <strong>di</strong> rifocillarsi alla meglio,<br />

essendo quasi assiderati dal gran freddo, segnando già il termometro 27 gra<strong>di</strong> sotto zero. La nostra<br />

cavalleria, come innanzi ho detto, era molto stanca per lo accanito combattimento del giorno,<br />

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