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Diario Giuseppe Mallardi Capitano dei Lancieri di Murat

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Nel meriggio ho cercato <strong>di</strong> passare dal duca Leto, ed il servo mi ha fatto conoscere che era fuori<br />

e che facilmente questa sera rincaserebbe tar<strong>di</strong>.<br />

24 24 giugno giugno. giugno Questa mattina verso le 8 ant. son ritornato dal duca Leto, che fortunatamente ho<br />

trovato in casa. Dopo i dovuti convenevoli, gli ho esposto l'idea <strong>di</strong> vendere il cavallo dovendomi tra<br />

giorni congedare. Egli ha desiderato conoscere il prezzo, ed io gli ho risposto che sarei stato<br />

contento del prezzo che mi avrebbe fatto lui. Gli ho pure fatto notare che anche la famiglia Langent<br />

era a conoscenza della mia prossima <strong>di</strong>missione da capitano e del mio ritorno a vita privata.<br />

“Dunque, del matrimonio nulla hanno detto?”<br />

“No, Sig. duca; forse me ne parleranno in prosieguo”.<br />

“Io ne ho già accennato qualche cosa al Sig. Paolo, e lui è precisamente della mia idea, cioè <strong>di</strong><br />

non <strong>di</strong>staccarsi giammai dalla unica figlia adorata.<br />

Ieri fui fuori <strong>di</strong> Napoli per affari e rincasai troppo tar<strong>di</strong>; se avrò tempo domani sera, passerò al<br />

secondo piano per parlare del caso tuo. Tu fingi <strong>di</strong> andare nel meriggio in Salerno, così nel corso<br />

della serata saremo liberi <strong>di</strong> <strong>di</strong>scorrere. Ci sono altre novità?<br />

“Sig. duca, ieri sera fui al caffè della Meri<strong>di</strong>ana, dove incontrai D. Luigi La Greca, col quale<br />

passai qualche ora in colloquio”.<br />

“Che ti <strong>di</strong>sse <strong>di</strong> buono?”<br />

“Nulla; solo mi fece noto che re Fer<strong>di</strong>nando passerà all’impero d'Austria le spese <strong>di</strong> guerra<br />

sopportate per la restituzione del regno, in 25 milioni <strong>di</strong> fiorini austriaci, pari a 16 milioni <strong>di</strong> ducati<br />

napolitani”.<br />

“E <strong>di</strong> sé nulla ha detto?”<br />

“No”.<br />

“Sappi che tanto lui, che il fratello Michele, il quale attualmente fa il signorotto in Polignano, con<br />

l'attuale governo, che li conosce molto bene, cercheranno <strong>di</strong> stare attentamente in gamba; tanto<br />

più che è morto il loro genitore, che avrebbe potuto proteggerli come per lo passato”.<br />

27 27 giugno giugno. giugno La polizia è in moto per scovare il generale francese Lavauguyon che si vuole sia<br />

nascosto in Napoli presso qualche fedelissimo amico.<br />

La famiglia Langent mi fa molta pena nel vederla. Essi sono rassegnati al duro destino che li<br />

perseguita; il Sig. Paolo non può uscire <strong>di</strong> casa giusta il decreto del comandante <strong>di</strong> piazza. Io cerco<br />

nel miglior modo possibile d’incoraggiarlo in questa <strong>di</strong>fficile e straziante posizione.<br />

28 28 giugno giugno. giugno Nel corso della mattinata sono stato dal duca Leto, il quale mi ha comunicato tra le<br />

tante notizie questa che è la più rimarchevole: “Il giorno 9 giugno aveva il Congresso Europeo in<br />

Vienna regolarizzato definitivamente la spinosa situazione europea riflettente quella parte che<br />

riguarda la penisola italiana, sud<strong>di</strong>videndola in: Regno Lombardo-Veneto, regno <strong>di</strong> Sardegna,<br />

Regno <strong>di</strong> Napoli e Sicilia, Granducato <strong>di</strong> Toscana, Ducato <strong>di</strong> Parma, Piacenza e Guastalla, Ducato<br />

<strong>di</strong> Modena, Mirandola, Ducato <strong>di</strong> Massa e Carrara, Ducato <strong>di</strong> Lucca, Stato Pontificio e Repubblica<br />

<strong>di</strong> San Marino”.<br />

“E così tutto è finito”, ha replicato il duca, “perché così ha voluto la famelica ingor<strong>di</strong>gia austriaca<br />

<strong>di</strong> sbranare i poveri abitatori della sventurata Italia....”<br />

29 29 giugno giugno. giugno Nella serata <strong>di</strong> ieri non fui a casa del Sig. Paolo, avendolo avvisato in antecedenza che<br />

nella giornata <strong>di</strong> ieri mi sarei trasferito in Salerno.<br />

Questa sera, dopo l'imbrunire, mi son recato dal duca Leto, per conoscere come si fosse svolta<br />

la dolorosa missione a lui affidata. Egli mi ha ricevuto affabilmente, secondo il solito, nella stanza<br />

da stu<strong>di</strong>o, e dopo avermi fatto sorbire una deliziosa tazza <strong>di</strong> caffè, così ha introdotto il <strong>di</strong>scorso:<br />

“Assolsi il doloroso incarico, che si svolse, come io aveva preveduto, senza eccezione <strong>di</strong> sorta. La<br />

vita, mio caro amico non è priva <strong>di</strong> dolori e <strong>di</strong> sofferenze, alle quali per necessità <strong>di</strong> fatto bisogna<br />

rassegnarsi”<br />

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