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Diario Giuseppe Mallardi Capitano dei Lancieri di Murat

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Terza parte<br />

memorabile, e la vostra gratitu<strong>di</strong>ne trasmetterà ai più tar<strong>di</strong> nipoti una indelebile riprova <strong>di</strong><br />

devozione e <strong>di</strong> fedeltà!”<br />

Milano, li 12 giugno 1814<br />

Il generale in capo Enrico Conte <strong>di</strong> Bellegarde<br />

4 4 luglio luglio. luglio Ieri S.M. si recò a Nola per passare in rassegna il 3° reggimento cavalleggieri e poscia<br />

visitò il seminario e la scuola <strong>di</strong> Marte.<br />

La maggior parte tanto dell’uffizialità che <strong>dei</strong> sotto-uffiziali reduci dalla campagna <strong>di</strong> Russia sono<br />

stati avanzati <strong>di</strong> un grado; spero che simile trattamento sia usato anche a me. Se poi ciò<br />

malauguratamente non si verificasse, sarò costretto anche contro la volontà del Duca Leto, a dare le<br />

<strong>di</strong>missioni per proprio decoro.<br />

10 10 luglio luglio. luglio Ieri sera fui dal Duca Leto tanto per conoscere se ci fosse qualche notizia che mi potesse<br />

riguardare. Introdotto nella sala da stu<strong>di</strong>o ed ossequiatolo, egli mi ha offerto la solita rituale tazza<br />

<strong>di</strong> caffè.<br />

“Dunque, tenente, per ora nulla ti posso <strong>di</strong>re; ma spero tra pochi giorni farti uscire da questo<br />

incubo che tanto ti martoria”.<br />

“Sig. duca, io non ho mo<strong>di</strong> ed espressioni come ringraziarvi del gran <strong>di</strong>sturbo che vi reca la mia<br />

persona; ma se non riuscirete nell'intento, forse sarò costretto per il mio decoro <strong>di</strong> fronte ai miei<br />

colleghi e commilitoni <strong>di</strong> dare le mie <strong>di</strong>missioni, pur contro mia voglia”.<br />

“Oh! Questo poi no, sarebbe veramente una grossolana stupidaggine; e che te ne faresti<br />

dopo?”<br />

“Ritornarmene al paese”.<br />

“Certamente per fare quella vitaccia del gentiluomo campagnuolo triste e monotona che si mena<br />

in tutti paesucoli delle province, com’è Polignano.<br />

Fui in quel paese nell'ottobre del 1812 per vedere <strong>di</strong> definire quella vertenza spinosa tra me e<br />

quell'università municipale e devo <strong>di</strong>rti spassionatamente e senza ambagi, che è un paese meschino<br />

e povero. Ebbi contatto con tutti i notabili, e non mi parlavano d'altro che <strong>di</strong> stenti e miserie: che<br />

l'ulivo non fruttava più da oltre 12 anni, che i raccolti erano scarsissimi, massimamente il grano, che<br />

la vita materiale era abbastanza cara e <strong>di</strong>fficile. Ciò mi <strong>di</strong>chiarava anche tuo padre D. Pasquale.<br />

Ora tieni bene a mente queste mie parole: La vita brillante d'un uffiziale giovine e scapolo che<br />

vive nella capitale è una vita invi<strong>di</strong>abilissima, che molti agognerebbero a qualunque costo. Tu poi<br />

che hai ricevuto dalla natura un forte e bel fisico, puoi essere certo più contento degli altri”.<br />

Dopo pochi altri amichevoli <strong>di</strong>scorsi mi sono licenziato per non rendermi noioso.<br />

17 17 luglio luglio. luglio Questa mattina dalle ore 5 alle 9 ant. al campo <strong>di</strong> Marte sono intervenute gran<strong>di</strong> masse <strong>di</strong><br />

truppe e si son fatte esercitazioni controposte e fuochi a salve, prendendovi parte anche tutti i<br />

reparti d'artiglieria della capitale.<br />

È intervenuto S.M. con quattro uffiziali superiori inglesi e lo Stato-maggiore generale, oltre a<br />

gran massa <strong>di</strong> popolo.<br />

Al ritorno dal campo ho notato tra la calca in una vettura D. Luigi La Greca, venuto anch’egli a<br />

godersi con lo spettacolo. Nel corso della serata l'ho incontrato per via Toledo che si recava al<br />

caffè, e cammin facendo, gli ho domandato che impressione avesse ricevuto da quel finto simulacro<br />

<strong>di</strong> guerra.<br />

“Bellissimo, amico mio; figuriamoci che cosa possa essere un vero e proprio attacco”.<br />

“Molto spettacoloso e triste è il prendere parte alla vera battaglia, caro D. Luigi”.<br />

“Perché <strong>di</strong>ci triste?”<br />

“Perché assistete e combattete con la morte vicina, e il più delle volte vi raggiunge con molta<br />

facilità, oltre poi a vedersi accanto morti e moribon<strong>di</strong>, feriti leggieri e gravi che implorano aiuto”.<br />

“Si, si dev’essere davvero terribile la battaglia, con tutti poi i <strong>di</strong>sagi <strong>di</strong> campo”.<br />

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