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Diario Giuseppe Mallardi Capitano dei Lancieri di Murat

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Seconda parte<br />

Mentre vergo questi pochi righi presso ad una fiammella <strong>di</strong> candela <strong>di</strong> sego sugli avvenimenti<br />

della giornata, vedo centinaia <strong>di</strong> lumicini gironzanti nel campo: questi sono squadre <strong>di</strong> sepoltori<br />

formate <strong>di</strong> soldati e conta<strong>di</strong>ni del luogo obbligati al pietoso incarico.<br />

22 22 22 maggio. maggio. Dal Dal bivacco bivacco. bivacco Durante il breve il riposo della notte ci siamo accampati tra i villaggi quasi<br />

<strong>di</strong>strutti <strong>di</strong> Barschuvitz e Auberga che si trovano nel famoso campo trincerato degli alleati.<br />

Verso le 3.30 ant., cioè prima che sorgesse il sole, ci siamo messi in marcia con lo scopo <strong>di</strong><br />

raggiungere l’inimico, il quale pare che abbia abbandonato questi luoghi marciando tutta la notte.<br />

La vanguar<strong>di</strong>a viene formata dalla nostra cavalleria leggiera, italiana e francese, seguita poscia<br />

dalla nostra pesante ed in<strong>di</strong> dalla cavalleria della guar<strong>di</strong>a imperiale, proseguendo altri corpi<br />

d’infanteria alle spalle.<br />

Oggi è stata giornata bellissima, il sole è uscito fulgido e ra<strong>di</strong>oso verso le 4.30; l'Imperatore ha<br />

presenziato la nostra marcia inculcando un'andatura sollecita con l'obbiettivo <strong>di</strong> non dare riposo<br />

all’inimico in ritirata. Egli ha seguito la nostra marcia con lo stato-maggiore in mezzo alla cavalleria<br />

della sua guar<strong>di</strong>a.<br />

Il suolo da noi battuto è stato abbastanza accidentato e molto collinoso e roccioso, misto a<br />

gran<strong>di</strong> praterie e boschi d’abeti e pini, attraversando quasi sempre un suolo scabroso e roccioso e<br />

costeggiando le alte montagne della Boemia.<br />

La giornata è cal<strong>di</strong>ssima, la marcia si rende faticosa e <strong>di</strong>fficile; attraversiamo per lo più sentieri<br />

abbastanza brutti e l’inimico ci colpisce con le sue artiglierie da sulle alte colline per breve tempo,<br />

tanto per dare agio alle proprie infanterie <strong>di</strong> proseguire con le loro salmerie tranquillamente la<br />

marcia in ritirata. Questo fatto ha ostacolato la nostra avanzata, e spesse volte ci siamo fermati,<br />

sotto il loro fuoco, aspettando d'essere raggiunti da qualche corpo d’infanteria per cercare <strong>di</strong> poter<br />

attaccare e possibilmente avviluppare l’inimico. Nelle nostre file non sono mancate delle vittime,<br />

anche nel mio squadrone ce ne sono state sei.<br />

L'Imperatore è in mezzo alle truppe con il suo fulgido stato-maggiore, e l’ho visto attraversare<br />

con la sua cavalleria i reggimenti che lo acclamavano calorosamente. Egli, tranquillo e sereno, non<br />

curando il rischio delle palle <strong>di</strong> cannone che piovevano continuamente formando <strong>dei</strong> vuoti in mezzo<br />

a noi, è passato animando tutti con la sua presenza e dando l'esempio <strong>di</strong> freddezza e <strong>di</strong> spirito.<br />

I corpi d'armata della nostra infanteria hanno conquistato mano mano con gran valore le alture<br />

che dominavano le artiglierie prussiane presso il villaggio <strong>di</strong> Weissemberg, poscia quelle <strong>di</strong><br />

Schvepp e Reichenbach con le <strong>di</strong>fficili altura scoscese <strong>di</strong> presso Markesdorff.<br />

Arrivati al villaggio <strong>di</strong> Reichenbach, in una bella vallata scorgiamo gli alleati in ritirata, protetti<br />

da un corpo <strong>di</strong> cavalleria al retroguardo. Contro costoro viene mandata la cavalleria imperiale<br />

sotto gli or<strong>di</strong>ni del maresciallo Bessières, che si azzuffa con i prussiani. Tosto l’inimico ha mandato<br />

una forte massa <strong>di</strong> cavalleria in loro aiuto per sgominare i nostri.<br />

Napoleone in persona ha or<strong>di</strong>nato al nostro generale in capo Latour Maubourg <strong>di</strong> lanciarsi<br />

sull'avversario.<br />

Subito è suonata la carica generale del nostro corpo. La prima a lanciarsi alla carica è stata la<br />

cavalleria leggiera e poscia quella pesante, tutti formati in linea <strong>di</strong> battaglia per squadroni. Ogni<br />

soldato è al suo posto con la sciabola sguainata, cercando <strong>di</strong> stare possibilmente agiato nelle file<br />

per dare maggior libertà ai cavalli nei loro movimenti.<br />

Al comando “marche” usciamo innanzi al passo, e successivamente dal passo al trotto, dal trotto<br />

al galoppo, e dal galoppo alla carriera. Vedo a me <strong>di</strong>nanzi i soldati cavalcare alquanto benino,<br />

pochi avanzano col petto innanzi appoggiandosi un pochino sulle staffe, tanto per avere maggior<br />

libertà <strong>di</strong> movimenti.<br />

Benché il mio povero Ascanio sia stanco dalle lunghe e faticose marce, pur tuttavia eccitato ha<br />

preso ardore contro la linea oscura che si vedeva in lontananza a pararsi innanzi a lui. Di tanto in<br />

tanto vedevo <strong>dei</strong> vuoti farsi nelle file che mi precedevano e capivo che erano delle palle <strong>di</strong> cannone<br />

che venivano dalle alture; il sibilare delle palle eccitava la foga del mio cavallo che stentavo a<br />

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