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Diario Giuseppe Mallardi Capitano dei Lancieri di Murat

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Prima parte<br />

Finita la bella e gran<strong>di</strong>osa festa delle ban<strong>di</strong>ere, tutte le truppe si ritirarono ai loro rispettivi<br />

quartieri; solo le legioni provinciali rimasero nella real villa; alle quali il corpo municipale <strong>di</strong> Napoli<br />

dava un banchetto <strong>di</strong> 3.000 coperti, prendendovi parte anche le deputazioni <strong>dei</strong> corpi d'armata<br />

napolitano e francese, fra grande illuminazione e musica.<br />

Appena finimmo <strong>di</strong> pranzare alla caserma in fretta e furia, con il collega Chourient ci siamo<br />

recati alla real villa, dove era un gran colpo <strong>di</strong> luce <strong>di</strong> migliaia e migliaia <strong>di</strong> lanternini multicolori<br />

messi in cordoni ed a festoni. Nel gran viale centrale vi erano <strong>di</strong>sposte le tavole per i legionari e nel<br />

centro quelle per le deputazioni <strong>dei</strong> corpi dell’armata. In un viale vi si trovava la musica, composta<br />

<strong>di</strong> 300 persone, accompagnata da canto guerriero. Mentre noi osservavamo sì bello e gran<strong>di</strong>oso<br />

spettacolo, giunse il re a cavallo accompagnato da <strong>di</strong>versi generali, attraversando la villa; da tutte<br />

le tavole piovvero ai pie<strong>di</strong> del sovrano nembi <strong>di</strong> fiori e da tutti si gridava: viva il re, viva, viva la<br />

regina, viva l’Imperatore!<br />

In tutti i teatri furono <strong>di</strong>stribuiti i corpi militari gratis; mi <strong>di</strong>ssero che al San Carlo vi intervennero le<br />

L.L.M.M. fra i gran<strong>di</strong> evviva, ed il principe Achille vestiva l'uniforme <strong>dei</strong> veliti, ed il secondo figlio,<br />

S.A.R. Luciano, quello <strong>dei</strong> legionari provinciali.<br />

30 30 marzo marzo. marzo Ieri alle ore 11 ant. il re revistò per l'ultima volta le guar<strong>di</strong>e legionarie alla riviera <strong>di</strong><br />

Chiaja, le quali partiranno nel corso della mattinata <strong>di</strong> dopodomani per i loro rispettivi paesi. Solo<br />

rimane fra noi la 1° compagnia delle guar<strong>di</strong>e d'onore, giusto l'articolo 58 della legge promulgata<br />

nello scorcio del 1808, secondo il quale si fa obbligo alla guar<strong>di</strong>a d'onore fare un servizio <strong>di</strong> due<br />

mesi nella capitale; e a tale scopo S.M. ha voluto che detta compagnia rimanesse per farne una<br />

compagnia modello, della quale le altre potranno prendere pratica. Ora questa compagnia è<br />

formata <strong>di</strong> giovani <strong>di</strong> quasi tutte le province del regno, affinché ognuno <strong>di</strong> loro, ritornato in seno alla<br />

propria provincia, possa fornire il voluto modello per l'altezza <strong>dei</strong> cavalli, la bardatura, il vestiario,<br />

ecc. ecc.<br />

Con decreto del 20 febbraio passato, il 2° reggimento d’infanteria, ch’era composto <strong>di</strong> due<br />

battaglioni, ora col suddetto decreto è stato formato in tre: due <strong>di</strong> guerra ed uno <strong>di</strong> deposito.<br />

8 8 aprile aprile. aprile Ieri sera fui dal duca Leto per scusarmi se non fui <strong>di</strong> persona ad augurargli le buone feste <strong>di</strong><br />

Pasqua, perché occupatissimo nelle mie mansioni. Lo trovai, secondo il solito molto garbato, e dopo<br />

aver parlato delle clamorose feste fatte, egli così si espresse:<br />

“Il cielo in quelle due giornate ci fu patrigno, ma con tutto ciò si raggiunse lo scopo, cioè quello<br />

<strong>di</strong> far vedere ai sanguinari borboniani quali ora sono i sentimenti che animano il regno <strong>di</strong> Napoli<br />

con la sua capitale. Come sai, Napoli ha una popolazione <strong>di</strong> circa 350.000 abitanti ed è una delle<br />

città più popolose dell'Europa. Le vie, come hai potuto vedere, sono popolatissime <strong>di</strong> vetture e<br />

pedoni come Parigi. Il lusso delle carrozze napoletane lo supera solo la gran Parigi; qui vi sono<br />

gran<strong>di</strong> ricchezze e gran<strong>di</strong> miserie, questa è la città che caccia più titoli nobiliari <strong>di</strong> tutta l'Italia, e sai<br />

perché?”<br />

“No, Sig. duca”.<br />

“Ebbene, ora te lo <strong>di</strong>rò in poche parole. Durante il regno <strong>di</strong> Carlo Borbone, re guerriero e savio,<br />

il ministro Tanucci insinuò nell'animo del re per debellare in parte i gran<strong>di</strong> baroni del regno, <strong>di</strong><br />

chiamarli in Napoli alla sua Corte. Come <strong>di</strong>ceva il Tanucci, intorno all'astro solare è giusto che vi<br />

sieno le stelle, e questa specie <strong>di</strong> decreto fu emanato, se non erro, verso il giugno 1756 o 1759.<br />

Quasi tutti i gran<strong>di</strong> feudatari, invitati dalla Corte s'affrettarono per non comparire <strong>dei</strong> felloni, a<br />

venire nella capitale, e poi per conseguenza dovettero anche venirvi i piccoli, per non essere<br />

segnati a <strong>di</strong>to. Quivi incominciò una specie <strong>di</strong> gara fra loro per il luogo dove e<strong>di</strong>ficar sontuosi palagi<br />

tanto che alcuni per lo smodato lusso s’indebitarono in mal modo. Anche mio padre Gaetano Leto,<br />

duca <strong>di</strong> Polignano, fu necessitato ritirarsi in Napoli per finire una vertenza territoriale fra lui ed il<br />

conte Girolamo Acquaviva <strong>di</strong> Conversano; il ministro Tanucci per tagliar corto cercò trovare il<br />

rime<strong>di</strong>o, proponendo ad ambidue il trasferimento nella capitale. Allora mio padre, preso anche lui<br />

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