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Diario Giuseppe Mallardi Capitano dei Lancieri di Murat

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Terza parte<br />

trasformandola con savie leggi e mo<strong>di</strong>ficando usi e costumi dovunque mise piede con le sue armate,<br />

ammirato e temuto da per ogni dove. Come sai, egli sorse da modesta famiglia è venne innalzato<br />

all'impero per forza più del fato che del suo poderoso e vasto ingegno. Sotto le ali delle sue aquile<br />

vittoriose calpestò quasi tutta l'Europa, cercando d'ispirare in tutti quei popoli da lui assoggettati i<br />

soffi della novella vita con leggi e nuovi co<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> eguaglianza civile. Non ti <strong>di</strong>rò poi della<br />

trasformazione ra<strong>di</strong>cale da lui apportata tanto nella strategia che nella pratica militare.<br />

Dopo la <strong>di</strong>sastrosa ritirata <strong>di</strong> Russia tutti gli Stati d'Europa, come tu sai, mano mano si andarono<br />

coalizzando contro costui, non escluso da ultimo il nostro re, sperando salvarsi ai danni del cognato<br />

dal naufragio, che avrebbe inabissato anche lui. Parlandoti chiaro, il nostro re fu ingrato verso il suo<br />

grande benefattore, che gli aveva donato un Regno, ed ora passa pericolo <strong>di</strong> perderlo”.<br />

“Sig. duca, potrà Napoleone senza armata riconquistare la Francia?”<br />

“Forse si, i fatti lo <strong>di</strong>mostreranno”.<br />

Appena l’oriuolo a muro ha battuto le 12, tosto mi son ritirato augurandogli il buon desinare.<br />

12 2 marzo marzo. marzo<br />

Ultimo giorno del mio congedo. Prima <strong>di</strong> salire dalla famiglia Langent, verso le ore 10<br />

ant., ho voluto salutare il duca Leto. Egli era in procinto d'uscire, essendo la giornata buona; ma ha<br />

desiderato che mi sedessi presso <strong>di</strong> lui, conoscendo lo scopo della mia presenza, <strong>di</strong> licenziarmi.<br />

“Dunque, capitano, il congedo termina questa sera?”<br />

“Si, Sig. duca, partirò verso l'alba del domani per Aversa, ed ho già stabilito una vettura per<br />

detta ora”.<br />

“Figuriamoci il <strong>di</strong>spiacere <strong>di</strong> madamigella Amalia per questa sciagurata guerra!”<br />

“Certamente, ma bisogna che si rassegni come me”.<br />

“Hai saputo che Napoleone sbarcò felicemente sulla costa francese accolto trionfalmente da<br />

quelle popolazioni? Il re a questa notizia, secondo che mi è stato riferito, crede già il cognato<br />

padrone della Francia e <strong>di</strong> nuovo <strong>di</strong>ttatore dell'Europa. Ma Napoleone non avrà <strong>di</strong>menticato il<br />

tra<strong>di</strong>mento del nostro re, che si alleò ai danni suoi con l'Austria nello scorso anno; ora, forse per<br />

amicarselo, vorrebbe fare la guerra alla medesima. Molto tar<strong>di</strong> è stato il suo ravve<strong>di</strong>mento; lui con<br />

Eugenio Beauharnais, quando ancora era in gamba, potevano <strong>di</strong> conserva scacciare dall'Italia<br />

l'Austria e marciare su Vienna, e certamente avrebbero salvato Napoleone dalla falsa posizione in<br />

cui si trovava. Ora non credo molto facile che egli possa scacciarla solo, avendo quella un esercito<br />

bene agguerrito e numeroso. Il nostro re, come ben sai, è un uomo <strong>di</strong> gran coraggio e nessuno lo<br />

può negare, ma <strong>di</strong> poco <strong>di</strong>scernimento; quella famosa impresa <strong>di</strong> Sicilia del 1810 e la passata<br />

campagna del 14 lo hanno ben <strong>di</strong>mostrato”.<br />

Mentre finiva queste parole, ha fatto chiamare la duchessa, facendole conoscere lo scopo della<br />

mia venuta. Dalla duchessa mi son licenziato baciandole la mano, e poscia siamo usciti col duca<br />

accompagnandolo fino al portone. Mentre mi licenziava da lui, per risalire dalla mia Amalia, è<br />

passata la carrozza del ministro delle finanze Agar, conte <strong>di</strong> Mosburg, che aveva al suo fianco il<br />

Sig. De Cesare.<br />

“<strong>Capitano</strong>, mi ha soggiunto il duca, hai riconosciuto quei signori?”<br />

“No, Sig. duca”.<br />

“Ebbene, quello <strong>di</strong> destra è il conte Agar e l'altro <strong>di</strong> sinistra è il Sig. De Cesare, capo <strong>di</strong>visione<br />

del ministero della Finanza.<br />

Ora Agar è stato nominato segretario <strong>di</strong> Stato, ed il barone Nolli ministro delle finanze; il<br />

segretario principe Pignatelli è stato avanzato a vice-presidente del Consiglio <strong>di</strong> Stato, e Giangiulli,<br />

già vice-presidente, è stato giubilato con il medesimo titolo e soldo. Ora ti lascio libero e va dalla<br />

tua Amalia che t’aspetta <strong>di</strong> sicuro, e non <strong>di</strong>menticati <strong>di</strong> farmi conoscere spesso tue nuove”.<br />

Amalia mi aveva scorto dalla finestra e mi aspettava con la madre sulla soglia d'entrata,<br />

alquanto mesta. Dopo aver baciato le mani ad entrambe, ho domandato perché stesse mesta<br />

Amalia.<br />

“Figlio mio, dovresti comprenderlo meglio <strong>di</strong> me!”<br />

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