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Diario Giuseppe Mallardi Capitano dei Lancieri di Murat

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Terza parte<br />

Dopo averlo sentitamente ringraziato della delicata faccenda ch’egli aveva appianata, mi son<br />

trasferito al secondo piano.<br />

Ivi ho trovato madama Giulia con Amalia, alle quali ho baciato rispettosamente le mani, e<br />

poscia, muti e mesti, siamo passati tutti e tre nella sala <strong>di</strong> ricevimento, restando seduti in silenzio. Per<br />

qualche tempo siamo rimasti così, ed io osservava Amalia col viso solcato <strong>di</strong> lagrime; ma subito è<br />

venuto il Sig. Paolo, togliendoci da quella incresciosa posizione. Egli, rivolgendosi dalla nostra<br />

parte, così ha favellato: “La nostra esistenza è soggetta ad un complesso <strong>di</strong> mutamenti e <strong>di</strong><br />

avversità tali, che noi non possiamo sotto nessun aspetto esimerci; questo è il così detto destino”.<br />

Ho visto anche a lui scorrere dal ciglio copiose lagrime, come a tutti noi.<br />

Passato qualche tempo in doloroso colloquio, gli ho fatto conoscere che nel <strong>di</strong>mani mi sarei<br />

trasferito in Salerno; in<strong>di</strong>, baciate le mani alle dame e stretta quella del Sig. Paolo, mi son<br />

congedato ritirandomi a casa.<br />

Sperando <strong>di</strong> dormire, mi son messo a letto, ma poco ho potuto riposare, perseguitato<br />

dall'insonnia.<br />

1 1 luglio. luglio. luglio. Salerno Salerno. Salerno Verso le 10.30 ant. mi son trasferito al burò del Comando, ove fortunatamente mi<br />

è stata subito versata la metà del soldo del mese scorso, in ducati 40, pari a Lire 170 francesi.<br />

Nel breve tempo che mi son fermato al Comando, un capitano addetto alla matricola mi ha fatto<br />

conoscere che <strong>dei</strong> 400 italiani volontari, che ci vennero dati in aiuto a Bologna, la maggior parte<br />

erano ex uffiziali del cessato regno d'Italia. Nel momento che furono <strong>di</strong>chiarati prigionieri <strong>di</strong> guerra,<br />

sommavano, tra italiani e francesi, a uomini 376 prima che prendessero imbarco per Napoli il<br />

giorno 27 maggio, all'appello risposero uomini 336; erano evasi, <strong>di</strong>ventando uccelli <strong>di</strong> bosco.<br />

Poscia, venuta da Napoli l'or<strong>di</strong>nanza reale d'arrestare tutti quei signori ovunque si trovassero nel<br />

regno, nella capitale ne vennero catturati parecchi sotto spoglie borghesi; e qui se ne trovarono due<br />

che furono arrestati: il primo presso Baronissi, paese qui vicino, a nome Bartolucci Luigi <strong>di</strong> anni 35<br />

da Roma, il secondo presso Cava in una fattoria, a nome Para<strong>di</strong>si Giovanni <strong>di</strong> Bologna, d'anni 40,<br />

ambidue ex capitani del regno d'Italia. Erano stati riconfirmati nel medesimo grado dal re <strong>Murat</strong> il<br />

primo nello stato-maggiore, ed il secondo nel 12° reggimento d’infanteria <strong>di</strong> linea.<br />

La giornata quest'oggi è stata molto calda, spirando vento ostrale. Verso mezzogiorno ho avuto<br />

il piacere <strong>di</strong> prendere posto in una vettura da viaggio che partiva per Napoli, ove sono arrivato a<br />

sera fatta.<br />

2 2 2 luglio. luglio. Napoli Napoli. Napoli Oggi giornata festiva e molto movimentata, come al solito.<br />

Nella serata mi son recato dal duca Leto, che stava per uscire. Appena mi ha scorto, tosto ha<br />

voluto conoscere quando fossi ritornato da Salerno.<br />

“Sig. duca, ieri sera”.<br />

“E che novità ci sono in quella città?”<br />

“Nulla <strong>di</strong> nuovo”.<br />

“Sai che il generale in capo austriaco Bianchi è partito da Napoli?”<br />

“Quando?”<br />

“Ieri mattina alle 2 ant. dal nostro posto, con buona quantità <strong>di</strong> truppe su due trasporti, con rotta<br />

per la Francia”.<br />

“Sig. duca, domani darò le <strong>di</strong>missioni, come vi tenni parola”.<br />

“Non voglio ostacolare il tuo <strong>di</strong>visamento preso; se nell'avvenire avrai bisogno <strong>di</strong> me, cercherò<br />

per quanto mi sarà possibile tenenti contento...”<br />

Poco dopo, licenziatomi dal duca, mi son trasferito dalla famiglia Langent. È indescrivibile la<br />

grande afflizione che regna in quella sventurata casa, così amaramente colpita dal reo destino.<br />

Il Sig. Paolo mi ha introdotto nella sala <strong>di</strong> trattenimento, ove poco dopo son venute madama<br />

Giulia ed Amalia, a cui tosto ho baciato rispettivamente le mani. Poscia ho fatto loro conoscere<br />

essere ritornato da Salerno ad ora inoltrata ieri sera, dopo aver riscosso l'ultimo mezzo soldo <strong>di</strong><br />

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