Diario Giuseppe Mallardi Capitano dei Lancieri di Murat

1813
padroneggiare. Già la cavalleria leggiera era alle prese con gli ussari prussiani a sciabolate; sul
principio le prime file di prussiani rimasero salde, ma poi vistosi incalzati quasi dal doppio, si sono
ritirati al gran galoppo e noi l'abbiamo inseguiti con la sciabola ai reni.
Abbiamo fatto un bel numero di prigionieri, tra i quali un colonnello, 7 uffiziali e soldati 39, presi
dal nostro reggimento, e di essi dal mio squadrone, un tenente e 16 uomini bene equipaggiati.
Non abbiamo più potuto inseguire l’inimico perché incominciavano a pronunziarsi le alture, ed i
cavalli erano stremati di forze e digiuni, oltre ad una quantità feriti. La pianura di Reichenbach è
rimasta nelle nostre mani con gran numero di russi e prussiani morti, feriti e prigionieri.
Il prode generale Bruyère è stato colpito da una palla di cannone che gli ha fracassato una
coscia. Ci siamo accampati nella pianura dove ci siamo trovati, e l’infanteria sassone del 7° corpo
d'armata del conte maresciallo Reynier è andata ad accamparsi sulle alture del villaggio di
Reichenbach.
Grandi fuochi brillano nel nostro campo per ammannire il rancio, siamo già alle 7.15 pom., cioè la
nostra Ave Maria. Di tanto in tanto non manca di piovere nel nostro accampamento qualche palla
di cannone che c’inviano gli alleati dalle prossime montagne, che per l'ora tarda le nostre infanterie
non hanno potuto sloggiarli.
Il 7° corpo d'armata composto di quattro divisioni sotto gli ordini del maresciallo conte Reynier,
(vecchia nostra conoscenza perché fu in Napoli quale governatore della città e comandante
supremo dell'armata francese) trovandosi fresco per non aver preso parte alla battaglia del giorno
innanzi, si è coperto oggi di gloria. La mischia è stata terribile avendo dovuto il 7° corpo d'armata
conquistare tutte le alture, coadiuvato in parte dal gran corpo di cavalleria, mettendo l’inimico in
ritirata.
Quella che maggiormente si è battuta è stata la cavalleria leggiera composta d’italiani e
francesi, e dolorosamente è stato colpito il generale Bruyères ora già morto. Egli comandava la
divisione francese; quella italiana era sotto gli ordini del generale Fresia che coraggiosamente si è
ben comportata. Dopo avere fatto sistemare il mio squadrone al posto assegnato, ho cercato
menare il mio povero Ascanio al posto di medicazione dal mastro veterinario del nostro squadrone,
il quale ha verificato trovarsi il mio cavallo ferito di sciabolata presso la radice del collo, in forma
leggiera.
Corre voce che l'Imperatore abbia fatto allestire nel nostro accampamento la sua tenda con
quella dello stato maggiore.
Mentre sta allestendosi il nostro desinare, benché faccia molto caldo, sono presso al fuoco
stanco e fiacco, ed al suo riverbero segno sul mio tablettes gli avvenimenti della giornata.
Mi sento battere sulla spalla e vedo il mio capitano il quale mi dice: “Hai saputo quello che da
poco è successo?”
“No, mio capitano”.
“Su questa altura, poco lungi da noi, stando l'Imperatore lì di passaggio, è caduta a circa 150
tese da lui una palla di cannone, la quale è andata a colpire un grosso tronco d'albero; di rimbalzo
poi è venuta a colpire prima il generale del genio Kirgener in pieno, stendendolo morto, e poscia
obliquamente il gran maresciallo di palazzo Duroc, duca del Friuli, squarciandogli in parte il ventre
con l'uscita degli intestini, e pare che sia attualmente in gravi condizioni”.
23 23 maggio. maggio. Dal Dal bivacco bivacco. bivacco bivacco Al sorgere del sole riprendiamo la nostra rotta per Görlitz, 34 tappa
abbastanza difficile, perché l’inimico ha distrutto tutto innanzi a noi, cioè ponti, strade, tanto per
rallentare la nostra marcia. Abbiamo attraversato il fiume la Neiss con un nuovo ponte rifatto,
avendolo antecedentemente nella ritirata distrutto i prussiani. Al bivacco abbiamo conosciuta la
notizia che la notte passata è cessato di vivere il maresciallo di palazzo Duroc.
34 Zgorzelec, Polonia.
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