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Diario Giuseppe Mallardi Capitano dei Lancieri di Murat

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Terza parte<br />

La 3° <strong>di</strong>visione al comando del generale Lechi aveva ricevuto l'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> tenersi pronta a<br />

marciare presso Macerata con 7 battaglioni e con quattro squadroni. Le truppe austriache del<br />

generale Bianchi erano accampate tra Montemitone, la Potenza ed il Chienti.<br />

Dal primo attacco delle truppe nostre esse incalzate vigorosamente si or<strong>di</strong>narono in scaloni<br />

retrocedendo gradatamente, ma aumentando numericamente. Le nostre truppe, sempre<br />

avanzando, hanno incontrato ostacoli maggiori che in parte hanno assolto.<br />

Il 5° reggimento <strong>di</strong> linea assalendo con vigoria una forte posizione, è stato respinto; accorso il re<br />

alla sua testa, dopo forte mischia, ha scacciato il nemico. S.M. ha combattuto con grande<br />

ar<strong>di</strong>mento destando in tutti ammirazione.<br />

Il tenente generale D’Ambrosio è rimasto ferito e ha dovuto ritirarsi, cedendo il comando della 2°<br />

<strong>di</strong>visione al maresciallo <strong>di</strong> campo D’Aquino; similmente è stato ferito il maresciallo <strong>di</strong> campo<br />

Principe <strong>di</strong> Campana, al braccio destro.<br />

La nostra cavalleria, caricando con grande ardore, aveva tagliato fuori <strong>di</strong> combattimento un<br />

battaglione tirolese con due cannoni da campo e il generale in capo Bianchi; ma non essendo stata<br />

in tempo sostenuta dalle truppe del D’Aquino, è stata costretta ad abbandonare tutto, perché è<br />

sopraggiunto subito un forte reparto d’ussari ungheresi, i quali hanno salvato generale e cannoni.<br />

Ora noi siamo padroni <strong>di</strong> Montemitone e <strong>di</strong> due altre colline, restando saldamente sulla nostra<br />

linea, che si estende fino a sotto Tolentino. Le per<strong>di</strong>te degli austriaci nella giornata <strong>di</strong> oggi sono<br />

state circa 700, tra morti, feriti e prigionieri; e dalla parte nostra circa 150, tra morti e feriti”.<br />

Dopo la lettura <strong>di</strong> questa vittoriosa notizia, che ha sollevato in parte gli animi angosciati <strong>di</strong> tutte<br />

le truppe; noi eravamo già accampati ed i cavalli consumavano la loro profenda, quando è venuto<br />

l'or<strong>di</strong>ne dal generale Carascosa alla 1° brigata, comandata dal Generale Guglielmo Pepe, <strong>di</strong><br />

tornare <strong>di</strong> bel nuovo verso Ancona con il rispettivo squadrone <strong>dei</strong> lancieri a lui assegnato.<br />

Terminato con sollecitu<strong>di</strong>ne il rancio <strong>dei</strong> soldati, siamo partiti verso le 11 ant. con l'or<strong>di</strong>ne del<br />

ritorno sui nostri passi, e che è stato doloroso per tutti. Siamo arrivati al campo trincerato della<br />

Montagnola, che trovasi a circa due miglia lontano dalla città d'Ancona, da dove questa mattina<br />

era partita la 1° <strong>di</strong>visione che quivi era accampata. Qui abbiamo trovato un parco d'artiglieria al<br />

bivacco con venti bocche da fuoco e con tutti i carriaggi all’uopo occorrenti.<br />

Il nostro generale ha tosto spe<strong>di</strong>to una staffetta in Ancona per far conoscere al governatore della<br />

città, generale Montemajor, il nostro arrivo al campo, il quale subito ci ha spe<strong>di</strong>to molte vettovaglie.<br />

Già incominciava ad imbrunire e quasi tutti i soldati avevano finito <strong>di</strong> consumare il rancio e si<br />

<strong>di</strong>sponevano a riposare sotto le tende, quando è arrivata una staffetta del generale Carascosa, che<br />

ci richiamava tutti con sollecitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> nuovo in Osimo. Subito mi son recato dal Generale Pepe per<br />

conoscere l'ora della partenza, ed egli tutto rammaricato mi ha detto essere necessario <strong>di</strong> presto<br />

ritornare sui nostri passi per nuovi fatti avvenuti.<br />

Subito è stato emanato l'or<strong>di</strong>ne anche all'intero reparto d'artiglieria, già passato sotto gli or<strong>di</strong>ni<br />

del generale Pepe, <strong>di</strong> levare il campo ed incanalarsi sulla via <strong>di</strong> Osimo. Dopo qualche ora <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>stanza si sono messi in marcia i due battaglioni <strong>di</strong> fanti, che formano la 1° brigata e che per or<strong>di</strong>ne<br />

del re erano stati lasciati ieri in Ancona dal 1° <strong>di</strong> linea; poscia il nostro squadrone in coda.<br />

4 4 maggio. maggio. maggio. Osimo Osimo. Osimo Sul far del giorno siamo arrivati alle porte <strong>di</strong> Osimo stanchi e fiaccati dal lungo<br />

strapazzo e senza riposo. Qui abbiamo conosciuta la dolorosa notizia del forte scacco subito dal<br />

nostro re nella giornata <strong>di</strong> ieri, come in breve espongo. Per i fatti avvenuti era necessario partire<br />

imme<strong>di</strong>atamente con l'intera 1° <strong>di</strong>visione per riunire tutta l’armata in Giulianova, onde evitare che<br />

l’inimico con probabilità ci potesse tagliare la ritirata.<br />

Ora, tra l'andata e il ritorno tra Ancona ed Osimo, abbiamo fatto miglia 16 con la per<strong>di</strong>ta del<br />

riposo e del sonno della seconda nottata. Ma siccome la necessità s'imponeva, abbiamo ripreso la<br />

dura marcia <strong>di</strong> altre ventiquattro miglia onde giungere in tempo giusto in Giulianova.<br />

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