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Diario Giuseppe Mallardi Capitano dei Lancieri di Murat

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Terza parte<br />

La nostra <strong>di</strong>visione si mosse lentamente, avendo dovuto poco prima racimolare con stenti i viveri<br />

destinati alle truppe. Gli austriaci, comandati dal feld generale Bianchi, accampavano su buone<br />

alture, avendo la loro <strong>di</strong>ritta formata ad angolo saliente della linea <strong>di</strong> battaglia.<br />

Il nostro sovrano ha subito or<strong>di</strong>nato alla 1° brigata della sua guar<strong>di</strong>a d’assalire quella<br />

prominenza, il che tosto è venuto eseguito <strong>di</strong> corsa. L’inimico ha mostrato poca resistenza ritirandosi<br />

in massa ed in buon or<strong>di</strong>ne, ma però piazzandosi sopra un'altra collinetta vicina.<br />

Noi formavamo la estrema destra e ricevemmo l'or<strong>di</strong>ne d'attaccare con tutte le forze della 2°<br />

<strong>di</strong>visione, forte <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci battaglioni, ma sforniti <strong>di</strong> cavalleria.<br />

Il nostro generale, come prima vi ho detto, si è mosso con lentezza, spedendo prima come<br />

antiguardo sei compagnie <strong>di</strong> volteggiatori, due delle quali scelti tiragliatori. In<strong>di</strong> ha <strong>di</strong>stribuito la<br />

<strong>di</strong>visione in tre colonne ciascuna e in tre battaglioni, formati in massa a scaloni con la <strong>di</strong>stanza tra<br />

loro <strong>di</strong> cinquanta passi. Dal principio un forte nucleo <strong>di</strong> cavalleria ci è venuto ad assalire, ma noi,<br />

messi in azione i soli due pezzi <strong>di</strong> cannoni e trasformate le masse in quadrati, abbiamo continuato la<br />

marcia in avanti.<br />

Ma la cavalleria austriaca aveva già fatto prigioniere quattro compagnie dell'antiguardo con i<br />

rispettivi uffiziali, senza avere avuto questi il tempo <strong>di</strong> scaricare le armi sull’inimico. In questo<br />

frattempo giunse S.M. il re con 60 uomini <strong>di</strong> cavalleria della guar<strong>di</strong>a, spingendosi innanzi con<br />

grande ar<strong>di</strong>mento non curando pericoli <strong>di</strong> sorta. Questo drappello veniva comandato dal<br />

corazziere capo squadrone, figlio del Gran Scu<strong>di</strong>ere del re, duca <strong>di</strong> Roccaromana, il quale è<br />

rimasto ucciso da una palla <strong>di</strong> moschetto nel petto, come tanti altri.<br />

I nostri quadrati sono stati obbligati a marciare innanzi, abbenchè ostacolati dal terreno molto<br />

brullo e accidentato tra alberi e fanghiglia, seminato <strong>di</strong> morti e feriti e tra il vivo fuoco <strong>dei</strong> tiragliatori<br />

austriaci. Il primo quadrato nell'ascendere la collina con i soldati abbastanza fiaccati dalle lunghe<br />

marce eseguite senza alcun riposo, ha incominciato a vacillare sciogliendosi, e similmente è<br />

accaduto al secondo quadrato poco dopo aver percorso altro breve spazio <strong>di</strong> terreno.<br />

Il terzo quadrato ha dovuto sostare per sostenere i soldati <strong>dei</strong> due primi quadrati già sbandati,<br />

ritornando poscia tutti al passo or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> marcia al posto poco prima lasciato, senza curarsi <strong>di</strong><br />

quello che veniva a breve lontananza.<br />

Questa è stata la battaglia <strong>di</strong> Tolentino, che, giustamente parlando, non è stata perduta, ma<br />

bensì un colpo mancato per imperizia del nostro generale comandante in capo e <strong>di</strong> altri.<br />

La maggiore mancanza è stata del maresciallo <strong>di</strong> campo D’Aquino per aver voluto spingere le<br />

truppe in quadrati e non in colonne d'attacco, come sarebbe stato opportuno per le accidentalità<br />

del suolo. Né il re, vedendo sì madornale errore commesso, ha cercato in alcun modo <strong>di</strong><br />

correggerlo!<br />

Verso le 5 pom. è arrivata la 3° <strong>di</strong>visione del generale Lechi risalendo la <strong>di</strong>ritta del Chienti,<br />

respingendo l'antiguardo austriaco e prendendo posizione su quelle colline; ma, sopraggiunta la<br />

notte, ha dovuto cessare la battaglia”.<br />

Per mio chiarimento ho domandato al collega il perché <strong>di</strong> questa precipitosa ritirata; ed egli mi<br />

ha fatto conoscere che verso sera era arrivata una staffetta da Aquila, che faceva noto al re essere<br />

penetrati gli austriaci nel regno e che la cittadella della città era stata investita da forte colonna<br />

dell’inimico, <strong>di</strong>retta nella capitale del Regno.<br />

Dopo questa battaglia la nostra armata è rimasta molto scossa moralmente e materialmente, per<br />

la qual cosa abbiamo avuto una gran quantità <strong>di</strong> <strong>di</strong>serzioni durante la marcia notturna, dovute tanto<br />

alla stanchezza che alla mancanza <strong>di</strong> vettovaglie. Poi il Sig. or<strong>di</strong>natore Vacchelli non ha fatto<br />

trovare alle truppe per due giorni passati nessuna qualità <strong>di</strong> vettovaglie, e i poveri soldati sono stati<br />

costretti per necessità ad allontanarsi dai rispettivi reggimenti in cerca <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare la cruda fame.<br />

Con queste ultime parole, è terminato il nostro triste colloquio.<br />

Da altri colleghi del 10° <strong>di</strong> linea mi è stato riferito che sul far della sera, a battaglia finita, tutte le<br />

truppe si sono ritirate in Macerata per esser loro passato il rancio, che non trovarono, non avendo<br />

l’or<strong>di</strong>natore potuto, secondo lui, requisire.<br />

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