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Diario Giuseppe Mallardi Capitano dei Lancieri di Murat

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Terza parte<br />

4 4 4 novembre. novembre. novembre. Ratisbona Ratisbona. Ratisbona Ratisbona Durante la notte non abbiamo chiuso occhio, pensando alla nostra triste<br />

posizione.<br />

Verso le 9.30 siamo stati chiamati alla presenza del comandante della piazza, il quale era in<br />

compagnia <strong>di</strong> un interprete che ci ha sottoposto al seguente interrogatorio:<br />

“Di dove siete?”<br />

“Italiani del Regno <strong>di</strong> Napoli”.<br />

“In che giorno vi siete <strong>di</strong>sertati, e da dove?”<br />

“La notte del 27 ottobre dal bivacco <strong>di</strong> Gotha”.<br />

“Qual è il vostro scopo?”<br />

“Raggiungere la Patria”.<br />

Dopo l’interpetre ha osservato <strong>di</strong>ligentemente il mio povero <strong>di</strong>ario, ed avendogli fornito delle<br />

spiegazioni all’uopo, me l’ha restituito, facendomi conoscere la seguente <strong>di</strong>sposizione del<br />

comandante: “Benché il Regno <strong>di</strong> Napoli non facesse parte integrale come il Regno d'Italia<br />

dell'Impero francese, è con questo confederato; perciò i loro soldati <strong>di</strong> transito sono trattenuti come<br />

prigionieri, trovandosi ora la Baviera nello stato <strong>di</strong> guerra con la Francia”.<br />

Ritornati nella prigione triste e <strong>di</strong>sagiata, dopo circa un 20 minuti siamo <strong>di</strong> nuovo usciti<br />

accompagnati da quattro soldati alla nuova <strong>di</strong>mora. Abbiamo attraversato parecchie vie<br />

strettissime della città, in<strong>di</strong> siamo penetrati in un e<strong>di</strong>fizio grande e ben con<strong>di</strong>zionato, a<strong>di</strong>bito a<br />

custo<strong>di</strong>a <strong>dei</strong> prigionieri.<br />

Qui ho subito ancora un altro <strong>di</strong>spiacere: essere <strong>di</strong>viso dal mio buon Petroni, il quale è andato a<br />

compagnia in un camerone ad altri soldati prigionieri; io invece sono entrato in una camera ove<br />

sono <strong>di</strong>sposti quattro lettini, <strong>dei</strong> quali l'ultimo non fatto viene assegnato a me. Qui vi sono <strong>di</strong>verse<br />

stanze per gli uffiziali.<br />

Verso mezzogiorno ci è stata passata una <strong>di</strong>screta refezione pagata da uffiziali, come più giù<br />

<strong>di</strong>rò, ai quali viene passata la seguente paga giornaliera:<br />

Capitani, fiorini ........ 2 = a lire 5,22<br />

Tenenti, fiorini ........... 1½ = a lire 3,91<br />

Sotto-tenenti, fiorini ... 1 = a lire 2,61<br />

Ogni fiorino è formato <strong>di</strong> 60 kreitzen, 1 kreitzen = a 4 Pfening; 1 Pfening = a 4 cent. francesi.<br />

La spesa giornaliera tra pranzo e cena è <strong>di</strong> 50 kreitzen.<br />

Qui siamo nel numero <strong>di</strong> 12 uffiziali, come segue:<br />

Capitani 2, tenenti 4, sotto-tenenti 6; <strong>dei</strong> quali 9 del regno d'Italia con un capitano; un capitano<br />

francese con famiglia a Milano, un tenente del regno <strong>di</strong> Napoli, un tenente della Spagna, oltre a<br />

160 soldati quasi tutti del regno d'Italia.<br />

Ho saputo da un collega che fino a venti giorni <strong>di</strong>etro tutti i sbandati che attraversavano la<br />

Baviera erano dalla medesima trattati ed incolonnati per i propri Stati a spese del governo<br />

bavarese; ma da quando si <strong>di</strong>chiarò lo stato <strong>di</strong> guerra con l'impero francese, tutti sono trattati come<br />

prigionieri <strong>di</strong> guerra, cioè dal 14 ottobre passato, giorno in cui fu con decreto reale confirmata<br />

l'alleanza tra l'Austria e la Baviera.<br />

7 7 7 novembre. novembre. novembre. Poco o nulla ho da scrivere; con la giornata d’oggi sono già quattro giorni che mi<br />

trovo prigioniero, rinchiuso in questa specie <strong>di</strong> carcere abbastanza tollerabile.<br />

Questa è una caserma momentaneamente a<strong>di</strong>bita per custo<strong>di</strong>a <strong>di</strong> prigionieri: fabbricato<br />

moderno, messo a pochi passi dal Danubio, poco lungi dalla piccola darsena.<br />

Osservo dalla mia finestra nella sottostante via la sentinella che passeggia nel suo lungo e<br />

pesante cappotto grigio-azzurro, col fucile inchiodato sulla spalla, per combattere il freddo<br />

frizzante ed umido. Questo riposo forzato ed al coperto mi farà certamente bene alla salute, dopo<br />

tanti inau<strong>di</strong>ti e terribili strapazzi sofferti! I miei compagni <strong>di</strong> prigionia sono forse più rassegnati <strong>di</strong> me,<br />

ed attendono con ansia la sospirata pace, ma io speravo, se non fossi stato trattenuto prigioniero,<br />

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