Diario Giuseppe Mallardi Capitano dei Lancieri di Murat

1809
La flotta nemica non produsse danni di nessuna specie, cercò di prendere il largo, lasciando le
bande cittadine e militari suonare sulla spiaggia per ordine prima ricevuto dal re. Alle ore 6.30 il re
revistò tutta l’armata del presidio della capitale alla riviera di Chiaja, con immensa calca di popolo.
Durante il corso della serata, vi fu grande illuminazione per la città, massimamente per via
Toledo, Chiaja, dove venne proibito il transitare delle vetture, per non turbare il grazioso
passeggio, che fu affollatissimo. Il popolo in questa ricorrenza di festività ha goduto il triplo
spettacolo, di festa, rivista e combattimento.
21 21 agosto agosto. agosto agosto Ieri a punta d'alba tutti i forti della capitale annunziarono il fausto giorno dell'onomastico
di S.M. Alle ore 11 ant. vi fu gran ricevimento a Corte di tutti i grandi dignitari, generali, diplomatici,
grandi dame eccetera, vi ebbe luogo un Te Deum e poscia circolo.
Alle ore 4 pom. tutte le truppe della guarnigione della città si schierarono lungo la via Toledo,
per essere revistate. Verso le ora può 4.30 il re, seguito da un gruppo di generali, passò attraverso
le truppe schierate, recandosi al palazzo degli studi, ordinando alle truppe che la rassegna si
sarebbe passata alla riviera di Chiaja, perché si trovava giunta a quel momento una flotta anglosicula,
antecedentemente segnalata. Nel corso della serata la regina dette una sontuosa festa da
ballo alla villa di Portici; vi furono larghi inviti di ministri, grandi dignitari di Corte, il corpo
diplomatico, generali, grandi dame ed i personaggi più spiccati della città. Durante la detta serata
tutti i teatri furono gratis, l'illuminazione fu molto sfarzosa per la città, rallegrata da musiche
cittadine e militari.
28 28 agosto agosto. agosto Il Vesuvio continua ad essere in grande eruzione, e di sera è meraviglioso spettacolo
che attrae più di tutti i francesi, nonché i napolitani.
Di giorno poi è sempre coperto da un grandioso pennacchio di fumo, ma per ora non desta
alcuna preoccupazione.
Il giorno 20 corrente vi fu fiera, ed accadde un fatto abbastanza ridicolo, ma forse porterà
qualche seria conseguenza. Ricorrendo la suddetta fiera in giornata domenicale, vi fu molto
concorso, e un uomo senza militare divisa cercò usare delle sgarbatezze ad una donna che
passeggiava al braccio di un uomo che forse era suo marito, d'appartenenza civile. La dama
giustamente si risentì e con lei il marito, tanto che ne successe un tafferuglio.
A quel chiasso accorse l'ispettore di guardia D. Giuseppe Scafati, del quartier Avvocata, il cui
commissario è il duca di Morbilli, credendo suo dovere arrestare quello scostumato, che aveva
usato sconvenienza verso quella donna. Costui per risposta disse essere un uffiziale della guardia
reale a cavallo ma l'ispettore rispose che non lo conosceva per tale, non portando alcun distintivo,
e lo menò alla piazza dove rimase in istato d'arresto per tre giorni. All'ottavo giorno, cioè ieri,
domenica accadde quanto appresso.
Circa una quindicina di uffiziali del reggimento francese cavalleggieri della guardia reale con a
capo un maggiore, si recarono all'abitazione dell'ispettore di polizia Scafati, dove non avendolo
trovato e conosciuto essere di servizio allo Spirito Santo, ivi si diressero. La sentinella di polizia
vedendo un maggiore, gli presentò le armi, ma il maggiore lo fece disarmare da un sotto-tenente,
poscia saliti nella stanza dove eravi l'ispettore, l’obbligarono ad uscire con loro, ma costui cercò
alla meglio resistere, e quelli con calci e spintoni lo menarono seco loro fino al caffè della
Meridiana, di fronte quasi al real palazzo. Qui si trovava quell’uffiziale che fu da lui arrestato, e
l'ispettore venne obbligato ad inginocchiarsi e chiedergli perdono.
L’ispettore a simile atto di vigliaccheria si negò e costoro a forza d’urtoni lo gettarono a terra, chi
per un verso chi per un altro, costringendolo a stare in ginocchio, secondo che loro desideravano
con calci, urtoni, spinte tanto che fu ridotto alla loro volontà e poscia con parecchi altri calci lo
mandarono via tutto malconcio. Questo fatto produsse negli astanti pessima impressione ed ogni
persona benpensante così dovette favellare fra se stesso: se si va di questo passo, addio polizia!...
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