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Diario Giuseppe Mallardi Capitano dei Lancieri di Murat

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Prima parte<br />

Pancrazio del fu Leonardo la Selva per cambio del coscritto <strong>Giuseppe</strong> <strong>di</strong> D. Giovanni Labbate, anni<br />

20.<br />

Vito Lerario <strong>di</strong> Vito, sarto, anni 19 compiti; La Selva Vitantonio, conta<strong>di</strong>no, anni 19; Teofilo Vito<br />

<strong>Giuseppe</strong> <strong>di</strong> Gennaro, anni 25, conta<strong>di</strong>no, Labbate Vito <strong>Giuseppe</strong>, conta<strong>di</strong>no anni 21, per cambio<br />

<strong>di</strong> un tale Fer<strong>di</strong>nando Nigra <strong>di</strong> Casale Casanova (Terra <strong>di</strong> Lavoro).<br />

Oltre a questi vi sono. Il Sig. Francesco Debarberis <strong>di</strong> Gianvito, anni 19 compiti, ora nei veliti a<br />

pie<strong>di</strong>, il Sig. <strong>Giuseppe</strong> l’Abbate <strong>di</strong> D. Vitantonio, d’anni 20 nei veliti a cavallo; <strong>di</strong> più è stato messo<br />

nella lista delle guar<strong>di</strong>e d’onore il Sig. Francesco Carone <strong>di</strong> D. Domenico 17 , d’anni 20, e verrà fra<br />

breve nella capitale, avendo già ricevuto l’avviso a casa, ed altri andranno a Bari al consiglio <strong>di</strong><br />

reclutamento nel prossimo luglio.<br />

23 23 maggio maggio. maggio L’unico pensiero del re ora è quello <strong>di</strong> sempre più migliorare ed aumentare l’armata.<br />

Alla sua venuta in Napoli trovò un simulacro d’esercito napolitano, della forza <strong>di</strong> circa 14.000<br />

uomini, mal vestiti e peggio armati, cui per nulla re <strong>Giuseppe</strong> si dette pena né <strong>di</strong> migliorare, né<br />

d’aumentare, perché il suo obbiettivo era l’armata francese, su cui si poggiava del tutto per<br />

consiglio e volontà, dell’Imperatore suo fratello.<br />

Ora il resto dell’armata francese è sotto il comando del generale Partouneaux, <strong>di</strong>slocata sulle<br />

coste della Calabria per tema <strong>di</strong> qualche sbarco anglo-siculo, e qui non restano che pochi<br />

reggimenti francesi <strong>di</strong> guarnigione e l’esercito napolitano è sotto i vigili occhi del re.<br />

24 24 maggio maggio. maggio maggio Con or<strong>di</strong>nanza del ministro della guerra e marina, la 1° compagnia delle guar<strong>di</strong>e<br />

d’onore il giorno 25 corrente viene <strong>di</strong>spensata dal servizio, potendosi i militi ed i graduati <strong>di</strong> bassa<br />

forza ritirarsi nella loro patria, restando a <strong>di</strong>sposizione del ministro della guerra tutta l’uffizialità che<br />

è stata confinata con appositi decreti.<br />

Fin dal 10 corrente era stato già <strong>di</strong>ramato l’or<strong>di</strong>ne alle altre due compagnie <strong>di</strong> recarsi alla<br />

capitale per prestare servizio per mesi due, giusto l’articolo 58 della legge del <strong>di</strong>cembre 1808,<br />

durante l’anno nella capitale.<br />

25 25 25 maggio maggio. maggio maggio Questa mattina alle ore 5 ant. sono partite le guar<strong>di</strong>e d’onore per i loro patri lari. Ieri<br />

sera fui dal duca per gli auguri del suo onomastico, che ricorre nella giornata <strong>di</strong> domani.<br />

Ora la capitale è un centro <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> attività <strong>di</strong> servizi e preparativi d’armamento e <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa;<br />

sembra attualmente una gran fortezza e credo che i napolitani giammai videro tanti armamenti<br />

come al presente.<br />

Alla darsena, in cui fui ieri, si è in continuo e febbrile lavoro; il bacino è largo circa 2.000 palmi<br />

ed è capace <strong>di</strong> contenere una ventina <strong>di</strong> navi da guerra; secondo che mi <strong>di</strong>cono, all’intorno del<br />

detto bacino osservansi molte abitazioni addette ai lavori guerreschi ecc.<br />

26 26 maggio maggio. maggio Ieri fu pubblicato il bollettino della grande armata francese; ecco come si esprime:<br />

Da Molock l’Imperatore trasferì il suo quartier generale a San Polten il giorno 8 maggio ed il 10<br />

presso Vienna. Governava la capitale d’Austria l’arciduca Massimiliano, fratello dell’Imperatrice e<br />

volle provarsi alla <strong>di</strong>fesa.<br />

L’Imperatore Napoleone era già padrone <strong>dei</strong> sobborghi della città e visto il principe alla<br />

resistenza ad oltranza, dette l’or<strong>di</strong>ne al bombardamento della metropoli, così il giorno 11 alle ore 9<br />

pom. si dette principio al bombardamento della piazza; dopo 4 ore 800 obizzi saettavano <strong>di</strong> un<br />

vivo fuoco la città. L’arciduca, visto che Vienna veniva mano mano investita, per paura <strong>di</strong> restare<br />

prigioniero cercò evacuare la piazza con la maggior parte delle truppe, restando al generale O.<br />

Relli la cura <strong>di</strong> capitolare.<br />

Ad alba chiara questo generale mandò a Napoleone <strong>dei</strong> parlamentari per la resa, fra i quali<br />

anche l’arcivescovo <strong>di</strong> Vienna. Egli li accolse benevolmente nel parco imperiale <strong>di</strong> Schönbrunn. Il dì<br />

17 Che <strong>di</strong>venterà, nel 1816, suo cognato.<br />

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